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HO DESIDERATO DIVENTARE CHIRURGO FIN DA BAMBINO

Intervista a Sabatino D'Archi, il giovane chirurgo senologo, di origine irpina, insignito pochi giorni fa del prestigioso "Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico 2021"

Sabatino D’Archi, 36 anni, di origine irpina, è un giovane chirurgo senologo presso il Centro Integrato di Senologia del Policlinico Gemelli di Roma, e pochi giorni fa è stato insignito, dal Prof. Paolo Veronesi, di un importante premio nazionale “Riconoscimento Umberto Veronesi al Laudato Medico 2021”, istituito da Europa Donna Italia nel 2017 per promuovere l’umanizzazione della medicina, valorizzando esempi di relazione ‘umana’ tra il medico e i suoi pazienti, in particolare tra gli specialisti della senologia e le donne col tumore al seno. La straordinarietà di questo Riconoscimento è che viene assegnato in base alle indicazioni delle pazienti stesse, le quali segnalano lo specialista più meritevole di riceverlo. Dunque, sono state proprio le sue pazienti a premiarlo, definendolo “Un angelo con il camice” per il suo impegno, la sua empatia e la sua abnegazione nella lotta contro i tumori. E noi, questo angelo, lo abbiamo raggiunto a telefono e lo abbiamo intervistato.

Dottore, lei ha da poco ricevuto il prestigioso Premio Umberto Veronesi per l’umanizzazione della medicina, un Riconoscimento assai sentito, perché arriva direttamente dalle pazienti…

“Esattamente! L’idea di questo Riconoscimento nasce proprio da alcune donne che hanno vissuto l’esperienza del tumore al seno e che sono state accompagnate nel percorso verso la guarigione dal loro medico, il professore Umberto Veronesi. Alla sua morte, nel 2016, una sua paziente, Rosanna D’Antona, oggi presidentessa di Europa Donna Italia, insieme ad altre pazienti, ha dato vita a questo progetto per onorare e mantenere viva la sua eredità umana, un esemplare promotore dell’umanizzazione della medicina. Umberto Veronesi ha infatti sempre promosso e tutelato i princìpi di accoglienza, ascolto, comunicazione e supporto empatico nel rapporto medico-paziente. Il progetto quindi coinvolge le donne-pazienti di tutta Italia che hanno affrontato il tumore al seno e lascia che siano loro a segnalare quei medici specialisti (chirurghi, radiologi, radioterapisti ed oncologi) dai quali si sono sentite sostenute nel percorso di cura e che hanno dimostrando attitudini di ascolto e di accoglienza, tramandando l’approccio del Prof Veronesi. Essere tra questi medici è stato per me motivo di grande orgoglio!”

Lei ha un rapporto particolarmente empatico con le sue pazienti, che comincia fin dal momento in cui si comunica la diagnosi. È una dote naturale, la sua?

“La mia capacità empatica è certamente una inclinazione naturale ma sicuramente in questo ho avuto un grande Maestro, il Prof Riccardo Masetti. È stato lui ad insegnarmi che la cura inizia dal momento in cui si comunica la diagnosi: è necessario utilizzare le parole giuste, dedicare il tempo necessario e un’adeguata attenzione alle donne, in quel momento di estrema fragilità”.

Il seno è un organo assai delicato e importante in una donna: simbolo di femminilità e seduzione. Probabilmente un tempo i medici prendevano in considerazione prevalentemente il punto di vista oncologico. Come è cambiato l’approccio?

“In passato si riteneva fosse più urgente curare un organo piuttosto che la persona malata. Il Prof Veronesi sosteneva invece che “per curare qualcuno bisogna sapere chi è, che cosa pensa, che progetti ha, per cosa gioisce e per cosa soffre”. Il medico ha la responsabilità di prendersi cura della persona malata nella sua globalità e unicità. Il tumore del seno interessa una fascia d’età molto ampia, circa dai 30 agli 80 anni, e il trattamento richiede accorgimenti e valutazioni specifiche per soddisfare le esigenze delle pazienti nelle diverse fasi della vita. Il seno è un organo delicato, non solo dal punto di vista oncologico, ma anche da quello estetico, e non si può non considerare adeguatamente questo aspetto, puntando a preservare la femminilità, la sessualità e la complessiva qualità di vita della paziente”.

So che lei partecipa a numerose iniziative, anche ricreative, con le pazienti, al di fuori delle mura ospedaliere…

“Sì, vero. Da oltre 10 anni partecipo come volontario nelle tantissime iniziative di promozione della salute della Komen Italia, una Onlus attivissima sul fronte della prevenzione con le sue “donne in rosa”, pazienti che lottano o hanno lottato contro il tumore al seno. La Komen organizza ogni anno eventi sociali, sportivi, ricreativi in cui i medici si ritrovano al fianco delle loro pazienti al di fuori delle mura ospedaliere a condividere attimi di svago e spensieratezza. Sono queste esperienze preziose, che consentono alle pazienti di sentirsi accudite e comprese e ai medici di entrare in autentico contatto con le persone che stanno dietro le pagine di
cartelle cliniche e ai teli della sala operatoria”.

Dottore, è vero che il tumore al seno è quello più diffuso ed è la principale causa di morte per malattie oncologiche?

“Purtroppo sì. Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 ed è quello più frequente nel sesso femminile e anche la prima causa di mortalità per tumore nelle donne, essendo responsabile del 17 % di tutti i decessi per causa oncologica del sesso femminile. Tuttavia, i dati epidemiologici evidenziano, negli ultimi anni, una riduzione della mortalità per tumore al seno e questo deriva principalmente dalla diffusione dei programmi di screening che, a partire dagli anni 90, hanno consentito di effettuare diagnosi precoci e di intervenire tempestivamente con trattamenti sempre meno invasivi, raggiungendo valori di sopravvivenza media a 5 anni tra il 85 e 90%”.

Quali consigli pratici di prevenzione possiamo dare alle donne che ci leggono?

“Spesso il primo sospetto clinico della presenza di una patologia mammaria proviene dalla paziente stessa che ha percepito un cambiamento del proprio seno. Bisogna però dire che l’autopalpazione non è uno strumento di diagnosi precoce e non è sufficiente per tenere sotto controllo la salute del seno. L’adeguatezza nella diagnosi precoce si ottiene infatti quando la malattia viene individuata ad uno stadio in cui il tumore non è ancora palpabile. Per una buona prevenzione è consigliato a tutte le donne, a partire dai 25 anni di età, di sottoporsi a cadenza annuale a visita senologica dallo specialista senologo.
– Per le pazienti di età compresa tra i 25 e i 40 anni, data la densità della ghiandola mammaria, è indicato sottoporsi a cadenza annuale all’ecografia mammaria, basata sull’utilizzo di ultrasuoni.
– A partire dai 40 anni di età il principale strumento di prevenzione è la mammografia, un esame radiografico del seno che ha un’efficacia diagnostica molto elevata in quanto consente di individuare anche lesioni molto piccole e in fase precoce. Per un’adeguata prevenzione è opportuno che le donne dopo i 40 anni si sottopongano a mammografia con cadenza annuale”.

Una curiosità: ma Sabatino bimbo, cosa sognava di fare da grande?

“In realtà fin da piccolo ho desiderato diventare un chirurgo e sicuramente sono stato ispirato dalla figura di mio padre che ha svolto con passione e dedizione il suo lavoro di medico ad Avellino. Vedere la gratitudine negli occhi dei suoi pazienti e la sua soddisfazione quando riusciva ad accompagnarli alla guarigione sono stati una forte spinta verso questo obiettivo.Il percorso per diventare un chirurgo senologo è lungo ed impegnativo e comporta tanto sacrificio, ma posso dire con certezza che se svolto con passione alla fine si è ampiamente ripagati di tutto.
Io ho avuto il privilegio di muovere i miei primi passi come medico all’interno di un ospedale di eccellenza come la Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma, circondato da professionisti che sono degli esempi per me sia dal punto di vista umano che professionale e rappresentano tutt’oggi uno stimolo a migliorarmi, giorno dopo giorno”.

Lei è irpino, come me. Quanti messaggi di stima sta ricevendo dai suoi concittadini, in queste ore?

“In questi giorni, ho ricevuto una pioggia commovente di attestati di stima e di affetto dai miei concittadini, ho ritrovato persone che non sentivo da anni ed ho percepito più che mai il profondo legame con le mie radici. Aspetto trepidante le prossime ferie natalizie, saranno per me l’occasione ideale per poter ringraziare tutti di persona e poter discutere e progettare futuri eventi in favore della lotta ai tumori del seno. Per me sarebbe un onore collaborare con le associazioni e i colleghi della mia città per promuovere la prevenzione e la lotta al tumore al seno, mettendo la mia esperienza e la mia passione a servizio della mia terra!”

Il dott D’Archi ha un sito personale (www.sabatinodarchi.it ) nel quale è possibile trovare i suoi contatti, oltre alle informazioni sui tumori del seno.

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