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METTI N PROCESSO A CENA

DI  MARIA RUSOLO
 
Metti una sera, di domenica, il salotto è quello di un presentatore qualunque, un’arena come le altre, nella quale si celebra l’ennesimo processo senza imputato, senza testimoni, e come giuria il pubblico livoroso ed aggressivo, che ormai si nutre costantemente dell’odio, delle cadute, degli scivoloni delle persone che appartengono in qualche modo, a quello che una volta si chiamava Star System. Si organizzano una serie di interviste esclusive con tanto di bollino in evidenza, un po’ di giornalisti di diverse fazioni, ed il gioco è fatto. Nessun interlocutore, nessuna difesa, una serie di ricostruzioni con condanna senza appello, condite quando la messa in scena è di trash, di quello buono, da qualche pianterello. Ecco questa a pieno titolo può essere considerata l’amplificazione di quanto costantemente accade tutti i giorni sui social, nei quali una notizia più o meno, circostanziata, viene sezionata, al punto tale da generare un tale movimento che nessun protagonista ha la forza di uscirne vivo. Può solo attendere che il tempo cancelli velocemente, inghiotta tutto, in attesa di un nuovo scandalo, o di un nuovo mostro da sbattere in prima pagina. Peccato che oggi quella prima pagina abbia migliaia di utenti, e che le condivisioni valichino i confini nazionali in un click. Ecco domenica sera Asia Argento ha subito per l’ennesima volta un processo, senza replica diretta. E’ bastato mettere un giovane dallo sguardo allucinato, pallido come un cencio, piuttosto inquietante al centro dell’attenzione, ed il circo ha fatto il resto. Ora qualunque cosa l’attrice, figlia d’arte potrà raccontare, sembrerà tutta una vuota forma di giustificazione, finalizzata a ripulirsi una reputazione, che da sempre è stata oggetto di illazioni. Vedete non si tollera la libertà di costumi in una donna, l’indipendenza, l’autonomia di pensiero, la volontà anche di sperimentare e di cercare la propria strada lontana anche dal Proprio Paese; non si può perdonare il corpo tatuato o la capacità di avere una propria personalità, curiosa ed eclettica, e di sentirsi libera di dire anche cose scomode. La storia non è nuova, e risale alla sua posizione e denuncia nei confronti del produttore Weinstein. Anche in quel caso nessuna compassione, nel senso del cum patire, nulla, lei non si era sottratta, non aveva importanza che età avesse, che momento della vita vivesse, se fosse plagiata, o se subisse il potere del produttore, le foto parlavano chiare, lei non era vittima, era una “che ci stava”. Questo trattamento non è stato riservato a nessuna delle altre attrici coinvolte nello scandalo, solo lei ha dovuto subire una violenza senza uguali, da uomini e donne, di tutte le estrazioni sociali e culturali nel nostro Paese. Quando è arrivata la denuncia del giovane attore fallito, alla stampa non è sembrato vero, poter sguazzare nella melma, farla cacciare dalla trasmissione X Factor, dove era uno dei giudici migliori degli ultimi anni, competente, educata, secca e misurata. Nulla serve, ormai la macchina del fango è in movimento e deve distruggere tutto senza pietà. Asia non ha subito alcun processo per stupro ai danni del giovane Jimmy Bennett, ha semplicemente aderito ad una richiesta di denaro per evitare uno scandalo, gli atti raccontano questo. Ma davvero contano gli atti anche per i giornali? Ormai non si ha più la correttezza di pensare che la stampa dovrebbe orientare i comportamenti oltre ad esercitare un diritto di cronaca e critica, fondato sui fatti, sugli atti, sulle inchieste, e forse scegliere anche se pubblicare notizie che servono più alla morbosità di un certo lettore che alla costruzione di un mondo culturale più sano ed equo. Insomma è davvero complesso capire che ci si trova al cospetto di qualcosa di costruito a tavolino, con la protagonista giusta, impegnata nella battaglia del me too che tanto rilievo internazionale ha assunto negli ultimi mesi? La riflessione più opportuna è che ci troviamo di fronte ad una realtà terribile a cui mettere riparo. Ed è possibile, non bisogna, infatti coltivare questo tipo di informazione spazzatura, spingendo alla riflessione ed al ragionamento complesso, aldilà delle banali apparenze, perche’ tutti noi abbiamo il libero arbitrio e possiamo scegliere di ragionare e di essere “ diversi” dalla massa informe. “ se l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero, non abbiamo altra scelta che ricostruirla”.
 
 
 
bubba                                    g                                              asias

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