(Roma)- La legge di bilancio conferma il blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021. Lo si legge nella bozza della manovra. La misura vale indipendentemente dal numero di dipendenti dell’azienda. Il governo ha deciso inoltre di stanziare altri 5,3 miliardi per rifinanziare 12 settimane di cassa integrazione nel 2021 alle aziende che siano in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. Lo prevede la bozza della manovra. Le settimane di cig dovranno essere comprese nei primi tre mesi dell’anno per la cig ordinaria e per i primi 6 mesi per quella in deroga. I datori di lavoro privati (con esclusione del settore agricolo) che non richiedono la cig, nei primi tre mesi del 2021 saranno esonerati dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di 8 settimane. Arrivano poi circa 470 milioni di euro l’ano in più a regime, fino al 2029, per il reddito di cittadinanza. La norma incrementa l’autorizzazione di spesa per il RdC di 196,3 milioni di euro per l’anno 2021, 473,7 milioni di euro per l’anno 2022, 474,1 milioni di euro per l’anno 2023, 474,6 milioni di euro per l’anno 2024, 475,5 milioni di euro per l’anno 2025, 476,2 milioni di euro per l’anno 2026, 476,7 milioni di euro per l’anno 2027, 477,5 milioni di euro per l’anno 2028 e 477,3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029.
La lotta pandemia Manovra, nella bozza più fondi per Rdc e Cig e blocco licenziamenti fino al 31 marzo 4 miliardi in più per il reddito cittadinanza in 9 anni. In arrivo più bus per gli studenti, proroga per il congedo di paternità, nasce il Fondo per la fedeltà fiscale Tweet 13 novembre 2020 La legge di bilancio conferma il blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021. Lo si legge nella bozza della manovra. La misura vale indipendentemente dal numero di dipendenti dell’azienda. Il governo ha deciso inoltre di stanziare altri 5,3 miliardi per rifinanziare 12 settimane di cassa integrazione nel 2021 alle aziende che siano in difficoltà a causa dell’emergenza Covid. Lo prevede la bozza della manovra. Le settimane di cig dovranno essere comprese nei primi tre mesi dell’anno per la cig ordinaria e per i primi 6 mesi per quella in deroga. I datori di lavoro privati (con esclusione del settore agricolo) che non richiedono la cig, nei primi tre mesi del 2021 saranno esonerati dal versamento dei contributi previdenziali a loro carico per un ulteriore periodo massimo di 8 settimane. Arrivano poi circa 470 milioni di euro l’ano in più a regime, fino al 2029, per il reddito di cittadinanza. La norma incrementa l’autorizzazione di spesa per il RdC di 196,3 milioni di euro per l’anno 2021, 473,7 milioni di euro per l’anno 2022, 474,1 milioni di euro per l’anno 2023, 474,6 milioni di euro per l’anno 2024, 475,5 milioni di euro per l’anno 2025, 476,2 milioni di euro per l’anno 2026, 476,7 milioni di euro per l’anno 2027, 477,5 milioni di euro per l’anno 2028 e 477,3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029. 7 giorni congedo paternità anche nel 2021 “Proroga per il congedo di paternità di sette giorni anche per il 2021” prevede la bozza. 350 milioni a scuolabus e più bus per gli studenti In arrivo 350 milioni per potenziare i servizi di trasporto scolastico di Comuni e Regioni: nella bozza della manovra si stanziano 200 milioni per aumentare i bus per gli studenti e 150 milioni per consentire agli scuolabus di effettuare il servizio nel rispetto delle norme anti-Covid.
Si tratta di finanziare, si legge nella relazione illustrativa alla norma sul Tpl regionale, servizi “aggiuntivi indispensabili per l’avvio dell’anno scolastico”. Bonus 18 enni anche nel 2021 Confermata anche per il 2021 la card cultura per i diciottenni. La bozza della manovra prevede uno stanziamento di 150 milioni contro i 190 milioni di euro stanziati per i 2020. Si tratta di una carta elettronica che può essere usata per acquistare biglietti per teatri, cinema, per comprare libri e giornali, per la musica e anche per entrare ai musei. Fondo cinema sale a 640 mln Il fondo per il cinema sale da 400 a 640 milioni di euro. La bozza della manovra prevede infatti che il finanziamento, non possa essere inferiore a questa soglia. Il meccanismo prevede che le risorse debbano essere pari all’11% delle entrate effettivamente incassate dal bilancio dello Stato, registrate nell’anno precedente, che derivino dai versamenti Ires e Iva nei settori della distribuzione cinematografica e televisiva e nelle tlc, che comunque non possano essere inferiori a 640 milioni.
4 miliardi per riforma fisco dal 2022 “Al fine di dare attuazione a interventi in materia di riforma del sistema fiscale, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze è istituito un Fondo con una dotazione di 2.500 milioni di euro per l’anno 2022 e 1.500 milioni di euro a decorrere dall’anno 2023”. Viene anche istituito “un fondo denominato Fondo per la fedeltà fiscale cui è destinato, a decorrere dal 2022, fermo restando il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, l’ammontare di risorse che si stimano come maggiori entrate permanenti derivanti dal miglioramento dell’adempimento spontaneo”. Al termine del consiglio dei ministri che ha approvato la manovra oltre tre settimane fa, il governo aveva comunicato la disponibilità di 8 miliardi per la riforma fiscale, comprendendo anche la dote dell’assegno unico. Nel 2021 la riforma parte infatti proprio dall’assegno unico,a partire da luglio, con una dotazione di 3 miliardi.
Nel 2022 si sommano i 5,5 miliardi per l’assegno unico ai 2,5 previsti per la delega. Credito d’imposta per spingere fusioni imprese Una spinta alle aggregazioni fra società per far fronte al problema delle dimensioni ridotte delle imprese in Italia, dove il 99% ha meno di 50 addetti. Nella bozza della Legge di bilancio si prevede, nel caso di fusione, scissione o conferimento d’azienda che vengano deliberati nel 2021, la trasformazione in credito d’imposta di una quota di attività per imposte anticipate (deferred tax asset) riferite a perdite fiscali e eccedenze ACE maturate fino al periodo d’imposta precedente e non ancora usate in compensazione o trasformate in credito d’imposta a tale data. L’importo massimo di attività per imposte anticipate che può essere trasformato è pari al 2 per cento della somma delle attività dei soggetti partecipanti alla fusione o alla scissione. La misura potrebbe facilitare anche le aggregazioni in ambito bancario, compresa anche una eventuale fusione di Mps con un altro istituto.