ESCLUSIVE
NESSUNA DONNA APPARTIENE AL PROPRIO UOMO
Intervista a Giulia di Quillio : attrice e performer internazionale di burlesque, protagonista di un calendario (quasi) senza veli realizzato in occasione del suo recente 40esimo compleanno.
Giulia Di Quilio è nata a Chieti il 14 novembre del 1980. Si trasferisce a Roma, non ancora maggiorenne, per seguire il suo sogno di diventare un’artista. E ci riesce appieno.
La sua versatilità di interprete, infatti, la porta ad abbracciare diverse forme di spettacolo: dal teatro di prosa al burlesque, passando per la soap e il cinema d’Autore. Nel suo stile si intrecciano razionalità e istinto, sensualità antica e sensibilità contemporanea. Ha partecipato al film premio Oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino, ha interpretato il personaggio di Clara Fiorito nella soap “Un posto al Sole” ed è stata coprotagonista del film “Non è vero ma ci credo“. Star riconosciuta in ambito burlesque: ha avviato una fortunata carriera internazionale, esibendosi in Europa e in Australia. E, dulcis in fundo, al compimento del 40esimo anno d’età ha esaudito anche il suo desiderio di realizzare un calendario come protagonista assoluta. Lei è volitiva, ambiziosa, libera nell’anima, consapevole della propria bellezza, della potenza del suo essere donna e femmina allo stesso tempo e, nella nostra intervista, lo ribadisce con veemenza!.
So che i tuoi genitori erano ristoratori. E tu, come sei capitata nel “magico e luccicante” mondo dello Spettacolo?
Lo sognavo sin da bambina. Ma ho cominciato solo da adolescente, quando i concorsi di bellezza andavano per la maggiore, decisi di iscrivermi a uno di quei concorsi locali, “UNA RAGAZZA PER IL CINEMA Abruzzo” se non ricordo male…e da lì, è stato un crescendo, non mi sono più fermata.
Vivi da molti anni a Roma, tuttavia hai dichiarato che l’Abruzzo resta il tuo porto sicuro…
Sì, quando torno in Abruzzo respiro aria più pulita, perchè ho una casa vicino al mare, e ritorno in contatto con la natura, questo mi dà la sensazione di casa, di origini. Mi rimette al mondo, mi ricarica.
Cinema, teatro e burlesque. Cosa aggiunge ciascuna di queste tue passioni alla tua vita?
Il cinema e la tv nutrono il mio ego: spesso col minimo sforzo c’è la massima resa, e si arriva più velocemente a un pubblico molto vasto. Ma lo spettacolo dal vivo mi infiamma il cuore, per me significa letteralmente “fare l’amore col pubblico”, nel momento in cui loro sono lì, vicino a te, e sentono il tuo respiro.
Hai recitato per Sorrentino ne La Grande bellezza, ci racconti un “dietro le quinte”?
C’è una cosa che racconto spesso perché mi ha molto colpita: la mia scena ne La Grande Bellezza era ambientata in una festa caotica, ed eravamo in un lussuoso appartamento con terrazza, in una palazzina davanti al Colosseo. Erano le 5 del mattino, quindi per non disturbare, e per via delle varie ordinanze, eravamo senza audio reale, quindi senza musica, e tutto si svolgeva sottovoce, e risultava davvero, davvero surreale vedere un “trenino” di gente scatenata nel silenzio più totale!
Molti sono convinti che il burlesque sia una sorta di striptease. Ci spieghi esattamente di cosa si tratta, invece?
Spogliarsi con ironia : è questo il segreto del Burlesque.
Non a caso il termine, in francese, significa scherzoso. Tra guepiere, piume di struzzo e tacchi a spillo, le artiste mettono in scena l’eterno gioco della seduzione senza troppe nudità o eccessive pruderie. D’altronde il Burlesque, nato come parodia del mondo aristocratico di fine 800, ha mantenuto, nel corso degli anni, la propria natura ludica e vaporosa quanto una nuvola di talco. Chi non ricorda Dita Von Teese immersa in un calice di champagne, le cui curve sono leggenda per gli amanti delle signorine grandi forme? Il burlesque sbriciola l’idea di donna oggetto e rilancia l’immagine di femmina forte che non teme di piacere e piacersi, anche con i propri difetti.
A proposito di bellezza, la tua avvenenza ti ha penalizzato o aiutato nel lavoro?
Sicuramente mi ha limitata. La bellezza spaventa uomini e donne, mette davanti a certe pulsioni difficili da gestire, e non sempre viene capita. C’è sempre il pregiudizio che ti rinchiude in un qualche stereotipo, quando si è esteticamente avvenenti: lo vedo coi ruoli che mi propongono e succede anche alle mie colleghe. Così accade che le donne, per farsi prendere sul serio, debbano castigarsi o non valorizzarsi, cosa che io non sopporto e che combatto creando da sola i miei spettacoli, così da poter esprimere e valorizzare la mia femminilità come piace a me.
Ti senti orgogliosa del tuo corpo tanto da aver realizzato persino un calendario (quasi) senza veli, in occasione del tuo 40esimo compleanno. Cosa ti ha spinto a farlo?
Questo progetto nasce dai miei 40 anni, (appena compiuti), con un messaggio ben preciso: a quarant’anni si è meglio che a venti!!! Si crede che una donna sia nel meglio della propria età a 20 anni, invece vi assicuro che il meglio lo diamo più avanti, quando la maturità dell’esperienze si sposa alla prestanza fisica. Scegliere di fare un calendario ha significato sentirmi libera di liberare il corpo (scusate il bisticcio) con una consapevolezza nuova, mai sperimentata prima. È una posizione femminista, la mia, che rivendico appieno. E a unire insieme due parole apparentemente distanti come “calendario” e “femminista” è proprio il corpo, sempre lui: il corpo come identità, come coscienza, come espressione di sé e anche come differenza. E questo calendario, allora, più che celebrare i miei primi 40 anni, celebra il corpo: il mio e quello di ogni donna!
Ho letto che lo hai ideato e prodotto da sola…
Vero! L’ho ideato, “diretto”, prodotto e stampato da sola e ci ho messo dentro tutto quello che mi andava di metterci. Dodici mesi, dodici frammenti del mio mondo, delle mie passioni, dei miei gusti, della mia maniera di essere – e di sentirmi – femminile.
Cè l’erotismo degli anni ’80, in cui sono cresciuta, ma anche il mito di Hollywood che continua a farmi sognare. C’è un omaggio al cinema italiano e l’inevitabile riferimento a quell’universo burlesque con cui flirto piacevolmente da ben dieci anni. E poi il verde del mio Abruzzo, un Natale in stile Betty Page, una suggestione alla Jane Russell, il gusto del vedo-non vedo e anche quello del vedo e basta. Ci sono io, insomma, contraddizioni comprese. Io ho scelto cosa fare e come. Non per compiacere qualcuno. Ma soltanto per piacere. Prima di tutto a me stessa!
È vero che tuo marito non solo non si è opposto mai a nessuna scelta lavorativa, dal burlesque al calendario, ma è tra i tuoi più grandi sostenitori?
Certo che sì, e mi stupisco sempre quando mi viene chiesto “Cosa ne pensa tuo marito del tuo lavoro”!
Una donna non appartiene al proprio marito! Quando mi fanno questo tipo di domanda, mi sembra che il marito sia rappresentato come un carceriere! Mio marito è prima di tutto il mio compagno, una persona con la quale ho un dialogo alla pari, con cui sviluppo creativamente uno spunto espressivo. Molte delle mie idee, non ultima il calendario, le abbiamo curate insieme.
Hai compiuto 40 anni: sei nel pieno della tua bellezza e consapevolezza di donna. Come vivi il passare del tempo?
Guardandomi per quella che sono: una donna che si sente bene nella propria pelle, nei suoi 40 anni, anche se significa avere qualche segno di espressione in più. Cerco di non ricorrere alla chirurgia, almeno per ora, quindi non ho mai fatto acido iarulonico, né botox. Ma mi piace prendermi cura di me, amo la skincare e le creme per il viso. Mi piace vedermi al naturale, come sono, senza stravolgere i miei lineamenti, e soprattutto senza omologarmi alla bellezza imperante, da filtro di istagram, che ci vuole tutte con la stessa faccia, le stesse labbra, le stesse sopracciglia, gli stessi zigomi….
Come stai vivendo questo particolare momento storico? Tu facevi molto teatro, e da mesi è tutto paralizzato…
Ammetto di sentirmi molto frustrata da questa situazione: non potermi esibire o viaggiare per lavoro, l’incertezza sul futuro per gli spettacoli dal vivo e questo clima di attesa perenne, sono sfibranti. Ho trovato grande sfogo fisico nello sport all’aria aperta, ma psicologicamente è dura.
Come e dove ti vedi fra cinque anni?
Mi vedo esattamente qui, come una donna di 45 anni anni con due figli di 9 anni.