Governo, ok della Camera alla fiducia con 535 sì
Dopo il via libera all'esecutivo da parte del Senato è arrivato anche quello di Montecitorio. Sono 16 i deputati del Movimento 5 stelle che hanno votato no
(Roma)- La Camera ha accordato la fiducia al governo di Draghi con 535 voti a favore, 56 contrari e cinque astenuti. Il Governo ha incassato una fiducia molto ampia ma non ha superato la quota record del governo Monti che nel 2011 a Montecitorio toccò la vetta “storica” dei 556 voti favorevoli.
Resta sotto anche al quarto governo Andreotti, che nel 1978 totalizzò 545 sì, mentre supera il governo di Enrico Letta che si fermò a 453. Rispetto al primo esecutivo Conte, che nel 2018 ebbe 350 sì, quello di Draghi vanta 185 consensi in più. Lo scarto con il Conte bis (votato positivamente da 343 deputati) è oggi di 192 voti in più.
Il governo Draghi incassa la fiducia anche alla Camera. Il via libera arriva con 535 sì, 56 no e 5 astenuti. Ma cresce la fronda 5Stelle. Sono sedici i deputati del Movimento che hanno votato no. In quattro si sono astenuti. Quattrordici erano assenti, di cui due risultano in missione (quindi giustificati) e due malati. Quindi il dissenso grillino arriva a quota 30. Domani di questi 30 deputati si occuperanno i probiviri (come è capitato oggi con i 15 senatori espulsi). C’è poi un deputato leghista, Gianluca Vinci, che ha votato no ed è passato all’opposizione con Fratelli d’Italia.
Come già accaduto ieri al Senato , anche alla Camera i voti di fiducia ottenuti da Draghi non raggiungono il record incassato dal governo di Mario Monti, che ottenne 556 sì a Montecitorio. Draghi si posiziona al terzo posto per voti favorevoli al suo governo, dopo Monti e il governo Andreotti IV (del 1978) che ottenne 545 sì.
Sono sono sedici i deputati del M5s che hanno votato contro la fiducia. In quattro si sono astenuti. Due risultano in missione. In dodici non hanno risposto alla votazione.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha commentato soddisfatto con un tweet. “Bene la fiducia al Governo Draghi. Ora insieme al lavoro per amore dell`Italia e per dare ai giovani un Paese migliore”. “Dopo la fiducia al Governo Draghi, sostenuto anche dai nostri iscritti, ora è il momento di dare risposte – ha scritto sempre su Twitter Luigi Di Maio -. Il Paese sta attraversando uno dei momenti più bui di sempre e ci sono priorità come i vaccini, il sostegno a imprese, partite iva e famiglie. Questa è la strada da seguire.”
L’intervento di Draghi: “Lotta a corruzione che comprime l’economia”
“È necessario combattere la corruzione che deprime l’economia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante le sue repliche alla Camera in occasione del voto di fiducia. La seduta è iniziata alle 9, ma Mario Draghi non ha ripetuto a Montecitorio il discorso già pronunciato ieri a Palazzo Madama.
Alle 18, però, indossando la mascherina anti-Covid con il logo della presidenza della Consiglio, ha preso la parola per la sua replica, interrotta per otto volte dall’applauso dei deputati. “Un Paese capace di attrarre investitori deve difendersi dai fenomeni corruttivi, lo deve fare comunque intendiamoci. Questi portano a effetti depressivi sul tessuto economico e sulla libera concorrenza”, ha sottolineato Draghi in Aula. E proprio per combattere la corruzione, ha osservato il premier, “è centrale il ruolo dell’Anac”. Quindi, ha esortato a velocizzare gli iter pubblici perchè nei ritardi “si annidano gli illeciti”.
Draghi ha anche parlato del Made in Italy, precisando che “per tutelarlo dalla concorrenza sleale l’impegno del governo sarà totale” e, per la ripartenza delle piccole e medie imprese, bisognerà “sostenere l’internazionalizzazione, potenziare il credito imposta per investimenti in ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e estendere il piano di industria 4.0”. Per quanto riguarda la giustizia, Draghi ha ricordato l’impegno del governo “per migliorare la giustizia civile e penale” e ha insistito in Aula sulla necessità di “un processo giusto e di durata ragionevole in linea con la durata degli altri Paesi europei”. Poi, un accenno all’emergenza della pandemia del coronavirus nelle carceri. “Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate – ha sottolineato il premier – esposte a rischio e paura del contagio”.