Impatto 43, la tela di De Rubeis che racconta il bombardamento a Solofra
Impatto 43. Una tela che racconta l'evento tragico che colpì Solofra durante la Seconda Guerra mondiale. A realizzarla l'artista Domenico De Rubeis
Impatto 43. Dopo il libro, presentato un anno fa dalla storica Lucia Petrone, arriva nel palazzo municipale di Solofra la tela del pittore Domenico De Rubeis. Un ciclo che sembra chiudersi per un evento così tragico per la cittadina solofrana oppure solo l’inizio di questa storia di morte e dolore, dimenticata troppo velocemente.
Domenico De Rubeis come nasce questa tela.
Su richiesta di Lucia Petrone, dopo il suo lavoro, matto e disperato, di ricostruzione della memoria storica della città, mi chiese di realizzare un’opera per raccontare visivamente quanto accaduto.
E tu hai realizzato un classico quadro.
Non direi. Ho cercato di percepire e plasmare le emozioni, le sensazioni e l’energia, propagata nel tempo, che dal giorno del bombardamento già c’era e giace nella città. In particolare l’energia assorbita dalle pareti della Cappella di Santa Maria del Loreto (1454), a pochi metri dalla Chiesa di Santa Teresa, in via Sorbo Soprano.
Questo luogo è un po’ il punto nevralgico di quei tragici momenti. E’ lì che c’è stato il maggior numero di vittime e distruzione ed è lì che ho voluto creare l’opera.
Quale tecnica hai usato?
I colori precedentemente fatti colare sulla tela con la tecnica dell’action painting, hanno “impattato” successivamente sulla parete, o forse è meglio dire ruderi della chiesa, modificando così la mia azione espressiva.
Le pietre hanno mutato i colori predisposti sulla tela, trasformando e fondendo l’azzurro del cielo, da cui furono lanciate le bombe, col marrone ed il giallo di settembre, il nero ed il rosso della drammaticità si sono forgiati al bianco del silenzio degli attimi successivi dopo tanto rumore.
Tutta la forza emotiva di quei drammatici avvenimenti doveva essere “sradicata” da quelle mura per mostrarsi in tutta la sua crudezza, paura, terrore per essere osservata, vissuta e raccontata a chi non era presente in quel momento. Una energia che ora si racconta in eterno”.
Dove è esposta la tua opera?
Presso il Comune di Solofra, a Palazzo Ducale, a disposizione di tutta la comunità. E’ stata presentata al pubblico il 2 settembre alla presenza del sindaco Nicola Moretti e dell’assessore alla cultura Mariangela Vietri. Erano presenti la mia famiglia e moltissimi amici.
Insieme al nome dell’opera: “IMPATTO ’43- AN.CO.MA (Anima Contro Materia) c’è una spiegazione della tela.
C’è qualcuno che si è avvicinato per raccontarti di quella giornata?
In realtà più che qualcuno che avesse vissuto quel momento, una signora mi ha raccontato che la tela gli ha ricordato il racconto che lei conosceva sull’avvenimento, menzionato spesso da Suor Lucia, monaca del Convento di Santa Teresa.
Quel giorno di settembre una delle suore, conosciuta come la mistica, fece spostare tutti i bambini dalla struttura conventuale con la scusa della recita del rosario, in questo modo li salvò da morte certa.
Domenico ma tu quando nasci come artista?
Ho frequentato l’Accademia delle Belle Arti a Napoli, dopo un anno ho lasciato e sono volato in Perù per svolgere il servizio civile. Una esperienza di vita che mi ha cambiato profondamente. Nel 2010 ho iniziato a dipingere e non ho più smesso. Ho esposto prima a Solofra poi a Salerno dove sono stato selezionato insieme ad altro 4 giovani per la Biennale di Venezia.