Premio Strega 2023, ha vinto Ada D’Adamo con il libro “Come d’aria”
È un racconto vero, personalissimo e commovente, a vincere l'ambito premio letterario
(Roma)- A imporsi è una figura che non ha alle spalle una ‘carriera’ da scrittore, né in generale una esperienza o professionalità letteraria significativa: Come d’Aria è infatti la prima prova narrativa di Ada D’Adamo, che si era occupata di danza e teatro prima di ammalarsi gravemente e morire – un mese dopo la candidatura del suo libro allo Strega.
Nata a Ortona nel 1967, diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo, Ada D’Adamo conosceva bene il corpo in tutte le sue declinazioni. Non era una scrittrice professionista, ma aveva prodotto diversi saggi sulla danza e sul teatro. Poi, nel 2005, qualcosa cambia nel profondo. Il punto di svolta è la nascita della figlia, con una rara forma di malformazione cerebrale. Lei si chiama Daria, e su quel nome si gioca il titolo del libro che oggi vince il premio letterario forse più ambito in Italia: Daria, d’aria, la bambina nata con una disabilità è “come d’aria” per chi le vuole bene da vicino.
Ma un altro evento segna drammaticamente l’esperienza dell’autrice: Ada stessa scopre nel 2017 di avere a sua volta un tumore e di doversi sottoporre a cure pesanti. Ha paura di perdere il contatto fisico con la bambina. Ha paura delle solitudini che emergono dalle fragilità dei corpi, che scavano dentro: come il punteruolo delle palme “che rosicchia la pianta dall’interno piano piano, la trasforma in un involucro pieno di segatura” – scrive lei.
Chi voglia cercare i protagonisti del libro li troverà dunque nei corpi, ma anche e soprattutto negli affetti, uniti in modo inscindibile: il racconto fonda sulla vita, sull’esperienza personale, ma procede come a passo di danza, in modo lucido e commovente .D’Adamo è deceduta la notte del 1º aprile 2023 a causa delle complicanze dovute alla sua lunga malattia. Pochi giorni prima, il 24 marzo, aveva fatto la sua ultima comparsa in pubblico al Museo delle genti d’Abruzzo a Pescara , dove era stata invitata per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario dei Premi Flaiano .
Mentre altri finalisti puntano sull’enfasi verbale, sul ‘pieno’ emotivo, sul coraggio e un po’ sull’idealismo, d’Adamo sottolinea il vuoto di senso, la distanza dalle cose, l’assenza di parole, il lasciar perdere: e così facendo svolge il vecchio eterno lavoro del romanzo, che è smascheramento dell’inautentico.Nei 77 anni di storia del Premio è la terza volta di una vittoria postuma: era già accaduto con “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel 1959, e con “Passaggio in ombra” di Maria Teresa Di Lascia, nel 1995.
Non è la prima volta che vince un piccolo editore, ma nella logica dello Strega la cosa è sempre degna di nota.
La cinquina che concorreva per l’edizione 2023 – atteso ritorno alla normalità dopo la pandemia – era composta da quattro scrittrici e un solo autore, Andrea Canobbio, che ha firmato “La traversata notturna”, pubblicato da La Nave di Teseo. Tra i testi più votati quello di Rosella Pastorino, “Mi limitavo ad amare te”, di Feltrinelli, protagonista di un testa a testa appassionante al momento dello spoglio. Poi c’erano Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata”, di Einaudi, e Romana Petri con “Rubare la notte”, pubblicato da Mondadori. Se La traversata notturna di Andrea Canobbio gli era forse superiore per qualità artigianale e progetto complessivo, Come d’aria non può e non deve essere ridotto a un referto carico di pathos (in una edizione del premio sovraccarica di traumi).