Beatificato Carlo Acutis, il primo santo dei millennials: sarà patrono di Internet
Appassionato di informatica, Carlo sfruttava le sue conoscenze per diffondere il più possibile il suo amore per Cristo
(Assisi)- Carlo Acutis, classe 1991, verrà beatificato oggi ad Assisi e sarà il primo santo dell’era digitale. Morto a soli 15 anni per una leucemia fulminante, è riuscito a lasciare il segno, diffondendo il suo amore per Cristo e per l’Eucarestia attraverso il web, sua grande passione. Papa Francesco è rimasto colpito da questo ragazzo, che ha “saputo utilizzare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, valori e bellezza”.
Una vita speciale – Giocava a pallone, faceva trekking in montagna, suonava il sassofono e andava in pizzeria con gli amici. Carlo conduceva una vita simile a quella di tanti suoi coetanei, ma, durante la sua breve esistenza, si è distinto per la capacità di trasmettere la sua grande fede a tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerlo.La fede e l’informatica – “L’Eucarestia è la mia autostrada verso il cielo”, ripeteva sempre. E, per riuscire a diffondere il più possibile quel suo amore per Cristo, aveva aperto siti e blog, coniugando la fede con la passione per l’informatica. La madre, Antonia Salzano, ha raccontato che il figlio era in grado da solo di realizzare video e riviste online. Carlo aveva imparato da autodidatta, studiando i manuali utilizzati nelle facoltà di ingegneria informatica.
Sepoltura ad Assisi – Una vita ricca, iniziata a Londra, dove il 15enne era nato in seguito al temporaneo trasferimento dei genitori nella capitale inglese. Carlo ha trascorso tutta la sua adolescenza a Milano, tra scuola, amici e chiesa, fino alla sua morte, avvenuta a Monza, in seguito a una leucemia fulminante. Su sua richiesta, è stato sepolto ad Assisi, dove verrà beatificato. Al Santuario della Spogliazione è stata già aperta la sua tomba per consentire ai fedeli la venerazione.
L’ammirazione del Papa – Papa Francesco, rimasto incantato dalla storia di Carlo, ha parlato di lui nella “Lettera ai giovani”, firmata lo scorso anno a conclusione dei lavori del Sinodo, riportando una frase che spesso ripeteva il ragazzo: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.