Il punto sulle tre italiane in Champions
Corner : Il calcio visto e raccontato dalla penna di Maurizio Longhi

Una Champions amara per le due italiane impegnate nel ritorno degli ottavi di finale. Sicuramente l’amarezza maggiore è per la Juve che, annoverata tra le candidate alla vittoria del titolo, è stata defenestrata dal Lione. La compagine di Garcia è arrivata settima nel campionato francese ed era alla seconda partita ufficiale dopo cinque mesi, la prima è stata la finale persa ai rigori contro il Psg. Mentre il Napoli avrebbe dovuto avere un atteggiamento meno timido e passivo per sperare nell’impresa di guadagnarsi al Camp Noi l’approdo ai quarti.
Gattuso era stato chiaro alla vigilia della sfida di Barcellona: “Sarà come scalare l’Everest”. Un falso storico che la corazzata blaugrana fosse in calo, come possa essere definita abbordabile una squadra che presenta un tridente con Messi, Suarez e Griezmann resta un mistero. Il Napoli avrebbe sicuramente dovuto avere un atteggiamento più concentrato e accorto sebbene l’approccio sia stato positivo. Se Mertens avesse sfruttato quella clamorosa occasione dopo pochi minuti sarebbe stata un’altra storia, è vero, ma non si può ragionare con i se e con i ma. La gara comunque non ha avuto storia, ma perché per trenta minuti il Barcellona è stato un rullo compressore archiviando la pratica con tre reti. La rete del vantaggio siglata da Leglet è stata viziata da un nettissimo fallo dello stesso difensore ai danni di Demme, non averlo avvisato mette seriamente in dubbio l’utilità del Var. Quell’episodio ha tagliato le gambe al Napoli che ha sbandato paurosamente subendo un capolavoro di Messi, con i difensori azzurri a fare le belle statuine, e il 3-0 di Suarez su un rigore provocato da un irriconoscibile Koulibaly. Il peggiore in campo il difensore senegalese, da dilettante l’errore in area di rigore che ha permesso a Messi di procurarsi la massima punizione. Nel momento peggiore, gli uomini di Gattuso hanno tirato fuori l’orgoglio conquistando un rigore. Insigne non si è fatto ipnotizzare dal dischetto riducendo il passivo e dando un senso al secondo tempo. Nei secondi 45′ di gioco, i ritmi si sono notevolmente abbassati con i catalani che hanno gestito il doppio vantaggio facilitati da un Napoli poco arrembante. Ci si aspettava maggiore intraprendenza e lucidità da parte degli azzurri, è andata avanti la squadra che ha meritato dimostrando una superiorità a tratti schiacciante. Ma nessun processo per il Napoli, che ha salvato la stagione aggiudicandosi la Coppa Italia, solo un folle poteva pretendere di dare una spallata ad una squadra grondante fuoriclasse. Le squadre italiane denunciano ancora una volta una certa inadeguatezza nel calcare palcoscenici europei, se chi vince il campionato da nove anni non riesce a superare gli ottavi, figuriamoci le altre. Ci è rimasta l’Atalanta, chissà se riuscirà nel miracolo sportivo di eliminare il Psg.