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Usa 2020, gli Stati Uniti alle urne: la lunga notte elettorale di Trump e Biden

Gli Usa scelgono tra incertezza e paure di disordini e contestazioni Record del voto anticipato.

(Washington)- America al bivio: per gli statunitensi è arrivato il momento di scegliere chi guiderà gli Usa per i prossimi quattro anni tra il repubblicano Donald Trump e il democratico Joe Biden. Nella notte lo scrutinio dei voti: resta favorito Biden, ma Trump non molla e prevedere una “grande vittoria”. Sono 100 milioni gli elettori che hanno votato in anticipo. Sull’esito il fantasma delle contestazioni e dei voti per posta. Mentre in tutto il Paese aprono i seggi, prima sulla costa orientale, poi man mano in tutti gli altri Stati fino alla West Coast, l’incertezza continua a regnare sovrana. Una grande incertezza su come si chiuderà realmente questo Election Day del 2020, se alla fine della maratona notturna si avrà un vincitore ufficiale, oppure se bisognerà andare avanti per giorni, o addirittura settimane, per conoscere chi siederà nello Studio Ovale nei prossimi quattro anni. Nei primi seggi aperti già scrutinate le schede di un minuscolo villaggio nel New Hampshire che ha votato per primo: 5 voti, tutti per Biden. Seggi aperti via via anche in Vermont, Virginia, New York, New Jersey, Maine, Kentucky, Connecticut, Indiana e New Hampshire, nonché in West Virginia, Ohio, North Carolina. Fino alla costa Ovest e all’Alaska.

North Carolina, scrutinio posticipato di un’ora I funzionari elettorali della North Carolina hanno deciso di prorogare il voto in quattro distretti oltre le 19.30 (1.30 in italia), orario programmato per la chiusura dei seggi, che ritarderà la pubblicazione dei risultati dello Stato. I funzionari hanno sottolineato che la proroga, che secondo loro sarebbe durata meno di un’ora, era un evento relativamente di routine. Il North Caroina è uno degli swing state e vale quindici grandi elettori. Pennsylvania e Michigan, risultati non prima di venerdì Per sapere chi sarà il prossimo presidente Usa bisognerà avere un’idea chiara su chi vincerà nei cosiddetti stati battleground, in alcuni dei quali lo spoglio sarà ritardato dal grande ricorso al voto per posta, così in Michigan e Pennsylvania l’esito potrebbe conoscersi non prima di venerdì. Proprio la Pennsylvania, dove non a caso il candidato democratico terrà oggi il suo ultimo comizio, è lo stato che quest’anno potrebbe diventare decisivo. Se Trump riuscisse a vincere qui, potrebbe sperare in un secondo mandato, in caso contrario diventerebbe più probabile la vittoria di Biden. “Le elezioni non vengono mai ‘chiamate’, non finiscono mai la notte delle elezioni, e certamente non abbiamo mai avuto prima  tra 2,5 e 3 milioni di schede per corrispondenza da contare”, ha detto ieri la Segretaria di Stato, Kathy Boockvar, precisando di aspettarsi che la maggioranza dei voti venga contata entro venerdì. Anche in Michigan bisognerà forse aspettare venerdì per avere un primo esito del voto. La Segretaria di Stato, Jocelyn Benson, ha precisato oggi che sono circa 3,1 milioni le persone che hanno già votato, pari a tre volte il dato del 2016 sul voto anticipato, e altri due milioni di elettori sono attesi oggi ai seggi. In altri stati battleground, come la Georgia, il Minnesota, la Carolina del Nord, l’Ohio e il Wisconsin, i funzionari elettorali si sono invece detti fiduciosi di poter avere risultati chiari, ma non definiti, già questa notte o domani. Stando a quanto riportato da Axios, le autorità di Arizona, Florida e Texas, non hanno invece offerto una stima dei tempi necessari per avere i dati.

l record del voto anticipato  Sono oltre cento milioni e 800mila gli elettori americani che hanno fatto ricorso al voto anticipato. A fornire il dato è l’Us Elections Project, sottolineando che 35,9 milioni hanno votato di persona ai seggi e 64,9 milioni per posta. Complessivamente si tratta di circa il 73% dei voti espressi alle presidenziali del 2016, quando 137 milioni di persone si recarono alle urne. Texas, California e Florida sono gli Stati dove si è registrato il maggiore ricorso all’ ‘early vote’. Pelosi: Camera pronta a decidere se voto contestato La Camera Usa è pronta a decidere sull’esito delle elezioni presidenziali se i risultati saranno contestati e se il 6 gennaio non ci sarà ancora un esito chiaro: lo ha detto la speaker Nancy Pelosi, riferendosi alle minaccia di una lunga battaglia legale da parte di Donald Trump. “Siamo preparati a questa ipotesi – ha detto Pelosi – perché vediamo l’irresponsabilità del presidente e il suo mancato rispetto della costituzione, della democrazia e dell’integrità del voto”. Donald già all’attacco Trump promette battaglia legale per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi continueranno ad arrivare per giorni. Mediterebbe anche di autoproclamarsi vincitore se i primi dati lo daranno in testa in alcuni Stati chiave e prevede “una magnifica vittoria” durante l’ultimo comizio elettorale a Grand Rapids, nel Michigan. “Siamo stanchi dei tweet, della paura e dell’odio. E’ il momento per Trump di fare le valigie”. Afferma Joe Biden, avanti nei sondaggi, promettendo un piano per il Covid non appena entrerà alla Casa Bianca. “Affronteremo il sistemico razzismo di questo paese e ricostruiremo l’economia e la renderemo migliore. Lo dico sul serio non solo per parlare”, dice Biden citando i nomi di George Floyd e Breonna Taylor, due degli afroamericani uccisi dalla polizia. “La fede nel nostro paese è stata messa alla prova” con Trump, aggiunge Biden esortando a votare e voltare pagina. Per Obama, il tycoon è un ‘dittatore da quattro soldi’. Ad agitare il voto anche lo spettro di disordini e violenze dei pro-Trump. Twitter censura come “controverso” e”fuorviante” un post in cui Donald Trump definisce “pericolosa” la decisione della Corte Suprema di estendere in Pennsylvania la validità dei voti postali oltre l’election day.

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