Zelensky a Sanremo: polemica tra partiti
L'intervento del presidente ucraino durante l'ultima serata all'Ariston divide la politica

(Roma)-Non solo intellettuali e personaggi dello spettacolo.L’intervento di Volodymyr Zelensky a Sanremo non piace a larga parte della politica e sono diversi gli esponenti dell’opposizione che storcono il naso di fronte alla sua presenza nella serata finale del Festival. La presenza del presidente ucraino Zelensky a Sanremo divide trasversalmente gli schieramenti politici. Dal leader della Lega Salvini a Gasparri (FI), da Conte (M5S) a Calenda (Azione), seppur con diverse sfumature, si ritiene inopportuno mandare un videomessaggio di Zelensky nella serata finale. Ampio anche il fronte politico favore vole:da Alessandra Moretti del Pd, a Rampelli (FdI). Per questo fronte la partecipazione di Zelensky servirà a ricordare a milioni di telespettatori le sofferenze del popolo ucraino.
Profilo basso invece sul fronte della maggioranza, a partire da Fratelli d’Italia, dopo le critiche sollevate ieri da Matteo Salvini. L’input, evidentemente, è quello di evitare polemiche su un tema delicato, con possibili riflessi a livello internazionale. Nessun commento anche dai vertici Rai, presi nel frattempo dalla difficile soluzione della crisi interna al consiglio di amministrazione che lunedì 30 deve esprimersi sul budget del 2023 e potrebbe far mancare il sostegno della maggioranza all’ad Carlo Fuortes.
Fuori luogo la partecipazione del presidente ucraino all’Ariston anche per Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd: “Zelensky a Sanremo? No. È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell’Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l’audience. Per pietà”, commenta sui social il deputato dem.
Ma è ampio il fronte opposto di chi condivide la scelta di Amadeus e della Rai. Si sono premurati di dichiararlo il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti (“È una scelta dei curatori, non ci trovo nulla di scandaloso”), il sindaco di Firenze del Pd, Dario Nardella (“È un gesto, almeno io lo leggo così, di attenzione e di solidarietà al popolo ucraino”) e il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova (“È un modo per essere vicini agli ucraini che difendono la loro libertà e loro scelta europea e, dunque, i nostri valori, ascoltando la voce delle legittime istituzioni di Kiev”). Dello stesso avviso il deputato del Pd Matteo Orfini: “Ma davvero è così difficile capire (anche a sinistra) che ha senso Zelensky a Sanremo proprio perché non è un contesto informativo? E che da sempre il Festival è anche un luogo dove si veicolano messaggi e temi importanti?”. “Il festival di Sanremo è una grande manifestazione popolare ed è giusto che tale palcoscenico sia utilizzato anche per dare voce a chi, come il presidente Zelensky sta lottando per la libertà del proprio popolo”, dice l’eurodeputata Pd Alessandra Moretti. Non ha dubbi l’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, secondo il quale è “un bene che si racconti, ovunque, ciò che la Russia sta facendo al popolo ucraino”.
Zelensky lo scorso aprile è intervenuto con messaggio video durante la cerimonia dei Grammy a Las Vegas . “Aiutateci, ma non col silenzio. Riempite il silenzio della morte con la vostra musica”, era stato l’appassionato appello lanciato a sorpresa dal presidente ucraino.