Cinema

Bridgerton mania, qual è il futuro della serie Netflix?

La serie Shondaland ha spopolato in tutto il mondo e anche i romanzi della Quinn per cui qualcuno ha fatto vere e proprie follie economiche

Sarebbe retorico e scontato chiedersi e chiedere al pubblico quale sia la serie più in vista del momento, sappiamo già che dal 25 Dicembre 2020 che il podio spetta a Bridgerton. La serie, prodotta da Shondaland, e quindi da Shonda Rhimes (per i profani che non la conoscono si tratta della showrunner di Grey’s Anatomy e di altre serie tv di successo come Scandal, Private Practice ecc.), vede come ideatore Chris Van Dusen, storico collaboratore della scrittrice e produttrice.

La Rhimes dunque ci ha riprovato con una serie in costume, dopo il naufragio di Still Star Crossed, in cui i protagonisti designati erano i Montecchi e i Capuleti, ma non Romeo e Giulietta. Shonda, infatti, aveva puntato tutto sui personaggi di Benvolio e Rosaline, che però non hanno catturato l’attenzione del mainstream e lo show è stato cancellato, anche se avrebbe meritato una chance, soprattutto se raffrontato con Bridgerton.

In che epoca e dove è ambientata Bridgerton?

Bridgerton è ambientata nella Londra del 1813 e quindi all’epoca della regency, ossia quella fase storica che chiuse definitivamente l’era georgiana e che aprì le porto all’epoca vittoriana.

Nella serie i reggenti sono Giorgio III, considerato infermo mentalmente dopo la perdita della figlia Amelia, e la regina Carlotta di Meclemburgo. Storicamente, seppur vero che i sovrani persero la loro figlia, non è a causa del lutto che il re si ammalò, ma quella che a lungo fu creduta pazzia, non era altro che la conseguenza di una malattia scoperta in seguito, ossia la porfiria.

La regina, avvilita dalla malattia del marito, nello show, si dedica a valutare i rampolli della nobiltà e a giudicare stagione dopo stagione quale sia la donna più adatta alle ambizioni dei gentiluomini inglesi.

Daphne Brigerton è il diamante della stagione dei matrimoni con cui ha inizio la serie. La giovane fanciulla fa il suo debutto in società e il suo portamento riesce ad attirare l’attenzione della sovrana, che a un certo punto auspica che sia il nipote, il principe Federico di Prussia, a sposarla.

L’amore però nato fra Daphne e Simon, di cui entrambi poi sono chiamati a persuadere la regina, fa sì che la sovrana d’Inghilterra acconsenta al matrimonio dei due, ricordando come anche lei abbia amato il suo re, al di là dei suoi obblighi e della malattia del marito.

La scena in cui il Duca di Hastings e la giovane Bridgerton sono davanti alla regina è una delle scene madri dello show, poiché diventa assolutamente palese che il Duca ha sempre nutrito sentimenti per Daphne, che ne aveva quasi dubitato, essendo arrivato Simon a uno scontro a fuoco col fratello Anthony in apprensione per la reputazione della sorella, che è stata vista da sola col Duca e per questo motivo potrebbe cadere in rovina, qualora i due non convolassero a nozze.

Simon non vuole alcun matrimonio, perché da piccolo, per via di un passato fatto di dolori e delusioni, aveva promesso a se stesso di essere l’ultimo erede degli Hastings e di lasciare che la sua stirpe si estinguesse. Gli attori, nonostante vaste critiche, riescono a convincere come coppia sullo schermo, infatti il mondo del gossip è in fermento a caccia di notizie che possano confermare che fra i due ci possa essere del tenero, ma per ora pare che fra Regé-Jean Page e Phoebe Dynevor ci sia solo una grande complicità e una indiscussa chimica.

Il cast di Bridgerton

Regé-Jean Page è un attore londinese classe 1990 di origini zimbabwesi. La fama è sopraggiunta proprio con Bridgerton, anche se da qualche tempo gli appassionati di cinema si stanno divertendo a rispolverare i suoi piccoli ruoli e a ricordare comparse come quella in Harry Potter e i doni della morte –Parte I.

Phoebe Dynevor, anche lei britannica, è nata nel 1995 e come Page ha avuto il suo primo ruolo di successo con l’avvento della serie Netflix firmata Shondaland.

La prima stagione gravita essenzialmente intorno alla storia dei loro personaggi, ma tutto il cast di Bridgerton si compone di attori, che seppur del piccolo schermo, sono riusciti a catalizzare l’attenzione del pubblico e a ritrovarsi inondati dall’affetto di milioni di fan in ogni parte del mondo; tra questi Jonathan Bailey, che interpreta il fratello maggior di Daphne e il personaggio chiave di quella che dovrebbe essere la prossima stagione della serie.

Bailey era già abbastanza noto per la sua interpretazione di Leonardo da giovane in una serie andata in onda sulla BBC. I più nerd di noi lo ricordano anche per la sua comparsa nell’episodio 8×05 di Doctor Who. Jonathan Bailey è classe ’88 e anche lui nato nel Regno Unito. Col suo fascino ha colpito Van Dusen e la Rhimes e ha conquistato il ruolo del visconte Anthony Bridgerton, le cui sorti sono rimaste appese nella produzione televisiva, ma sono ben note per i lettori di Julia Quinn, che gli ha dedicato, appunto, il suo secondo romanzo.

Chi è Julia Quinn? Come nasce Bridgerton?

Julia Quinn è una scrittrice newyorkese divenuta famosa per il ciclo Bridgerton, che consta di 9 romanzi, di cui il primo, “Il Duca e io” è stato pubblicato nel 2000  e l’ultimo, “Felici per sempre” è uscito nel 2013.

Il romanzo storico della Quinn, dopo il suo successo mondiale, ha attirato l’attenzione di Shonda Rhimes che, portandolo sullo schermo, ne ha consacrato definitivamente la fama, al punto che tutti i libri sono nuovamente in ristampa per la grande richiesta e negli USA c’è chi si è lasciato truffare a cifre esorbitanti pur di averne una copia.

La trama del primo libro è la medesima serie. Al centro della narrazione ci sono Daphne Bridgerton e il Duca di Hastings, che nonostante un’antipatia iniziale dovuta ad affrettati pregiudizi, diventano complici di una finzione per ottenere ciò che entrambi sembrano volere: evitare un matrimonio e ottenerne uno. Daphne e Simon si fingono perciò interessati l’uno all’altra, finché non si innamorano davvero. Ovviamente non ci soffermiamo sui dettagli, seppur abbondanti in rete, perché, non essendo ancora trascorso un mese dal debutto della serie e non avendo tutti letto i romanzi della Quinn, si tratterebbe di un articolo spoiler.

Nella prima stagione conosciamo, come anticipato anche Anthony, che è uno scapolo molto ambito, ma il suo interesse non si focalizza su alcuna nobil donna. Il visconte ha una parentesi romantica con una cantante lirica, con cui non può programmare un futuro per via degli obblighi dovuti al suo status e perché per Anthony Bridgerton la famiglia viene prima di tutto.

Sebbene sembri chiusa la sua vicenda con Siena e dal secondo romanzo della Quinn apprendiamo che il visconte Bridgerton vorrà sposare Edwina Sheffield, non si sa quale strada intraprenderà Van Dusen in accorda con la Rhimes, che tutti noi sappiamo essere la maestra del drama e dei cuori infranti, anche se ci ha assolutamente sorpresi con il lieto fine di questa prima stagione. Galeotto l’avere Van Dusen al timone probabilmente, o forse anche la Rhimes qualche volta tifa per quelli che in gergo chiamiamo “happy endings”.

I punti deboli e i punti forti della serie tv Bridgerton

Sebbene Bridgerton non sia un capolavoro e non rifiuti qualche elemento piuttosto trash, è uno show leggero, accattivante per la sua capacità di combinare un racconto ottocentesco con un gusto molto contemporaneo, soprattutto nel ritmo narrativo e nella selezione musicale. Balza agli occhi soprattutto il personaggio di  Lady Whistledown, una firma ignota che racconta i pettegolezzi delle famiglie nobili e che ricorda molto Gossip Girl e l’identità misteriosa che si divertiva a svelare i segreti dell’Upper East Side. Inoltre le storie d’amore sono narrate secondo i canoni di un cinema in voga in questo secolo, che combina eros e romanticismo e non poche volte si fonda su inizi scabrosi, che nella loro pretesa di giungere al lieto fine risultano poco credibili per un pubblico più selettivo (basti pensare a “50 sfumature di grigio”, a cui Bridgerton viene paragonata in senso dispregiativo per le scene più hot da una grossa fetta del pubblico).

Tuttavia, questo show può crescere e può dare qualcosa sia a chi lo ha già amato così com’è, che a un pubblico sicuramente più severo, ma comunque non immune al fascino degli show in costume d’epoca. Pur non essendo io particolarmente colpita da questa serie, mi sono ritrovata a sperare concretamente nella produzione di una seconda stagione per conoscere le sorti del mio favorito: Anthony Bridgerton.

Quindi anche un solo personaggio ben riuscito può fare tutta la differenza in questo mondo così complesso e competitivo che è il piccolo schermo e che vede continuamente rinnovi e cancellazioni di un’infinità di serie tv.

Di Francesca Contino

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