Ecco il Dante di Pupi Avati
Esce il 29 settembre nei cinema Dante, il nuovo film di Pupi Avati dedicato al sommo poeta

(Roma)-Dante come non ce lo hanno mai raccontato prova a narrarcelo Pupi Avati nel suo nuovo film, in arrivo nelle sale cinematografiche il 29 settembre, prodotto da Antonio Avati per Duea Film con Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution. La figura del poeta creatore della Divina Commedia è al centro della storia, raccontata seguendo il viaggio di un altro grande nome della letteratura medievale, Giovanni Boccaccio, che di Dante fu biografo e divulgatore, interpretato da Sergio Castellitto. A incarnare il giovane Dante è Alessandro Sperduti, la sua amata Beatrice è interpretata da Carlotta Gamba, mentre Ludovica Pedetta interpreta la moglie del poeta, Gemma Donati. Nel cast, tra gli altri, anche Enrico Lo Verso, Alessandro Haber, Milena Vikotic, Gianni Cavina, Leopoldo Mastelloni.
Il film diretto da Pupi Avati si apre nel 1350, circa trenta anni dopo la morte di Dante a Ravenna, dove si trovava a scontare l’esilio impostogli da Firenze. Nei decenni successivi alla morte dell’Alighieri, la sua fama cresce, grazie alla divulgazione della Commedia. Uno dei più appassionati divulgatori dell’opera dantesca è Giovanni Boccaccio. Sarà lui a offrirsi di assumere il compito di andare a cercare la figlia del poeta, Beatrice, monaca in un convento a Ravenna, per consegnarle dieci fiorini d’oro da parte di Firenze, a titolo di risarcimento per le ingiuste sofferenze inflitte anni prima al padre e alla sua famiglia. L’autore del Decamerone deciderà sin da subito di rendere il lungo viaggio dalla Toscana alla Romagna una sorta di pellegrinaggio, ripercorrendo le tappe già toccate dal poeta in fuga, su cui pendeva una condanna a morte e costretto a vivere per molta parte della sua vita lontano da casa, spogliato di ogni bene, in miseria, pietendo ospitalità da chi poteva offrirgliela, mentre continuava a comporre il suo poema con l’unica speranza che la città natia che lo aveva ripudiato, davanti alla grandezza della sua opera, lo richiamasse a sé per ascoltarlo poetare.
Il viaggio di Boccaccio diventa quindi occasione per scoprire l’esistenza di Dante e svelare momenti poco conosciuti della vita, delle gioie, dei dolori e delle difficoltà dell’uomo cui si deve la Divina Commedia.Dante è un’operazione didattica se non proprio didascalica, che mira ad insegnare, un film buono per le proiezioni per le scuole del mattino, in cui ci sono tante informazioni e la persone si dicono a vicenda cruciali dettagli storici o ripetono per bene nomi e cognomi dei grandi personaggi storici coinvolti, discutono della Divina Commedia e fanno anche un po’ di parafrasi, come se fossero chiamati alla cattedra e interrogati (ma sono molto preparati eh!). Questo è l’esatto opposto di quello che un film oggi è chiamato a fare, non perché sia un male far passare delle informazioni (anzi!) ma perché ciò che c’è da imparare dal cinema non è mai nel contenuto ma nella forma. Non è cosa abbia fatto Dante, perché sia morto in certe condizioni, quale fosse la sua parte politica ma semmai come viveva il suo tempo, che relazioni stringeva, che persona potesse essere e come un personaggio iconico fosse anche una persona animata da sentimenti non diversi dai nostri eppure ha creato qualcosa di unico.