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STEFANO SKALKOTOS: “VI RACCONTO IL SET DEL FILM NETFLIX LIFT”

La nostra intervista esclusiva con l'attore Stefano Skalkotos, nel cast del film Netflix Lift

Twikie incontra Stefano Skalkotos, l’ attore italiano nel cast del film Netflix Lift le cui riprese si sono svolte in Italia. Ripercorriamo insieme la sua esperienza, ricca di aneddoti e di dettagli che ci ha regalato in esclusiva.

 

Come è nata la passione per la recitazione ?

 

“Una passione nata sin da bambino, alle scuole elementari. Mi sono sempre divertito ad osservare gli altri e ad imitarli. Da piccolo ero un buon imitatore, mi piaceva intrattenere. Era un gioco che mi dava più soddisfazione di altri e soprattutto mi faceva stare bene. Una sensazione che non mi ha mai abbandonato e credo sia per questo che non ho mai pensato di fare altro. Quando recito mi sento una persona migliore, soprattutto a Teatro”.

 

Ci racconti la tua esperienza lavorativa nel cast del LIFT?

“Parto col dire che questo film, Lift, resterà per me un’esperienza indelebile. Tutto è partito con un provino per un ruolo di poche pose: un carabiniere italiano in borghese del reparto tutela dei beni culturali. Era nominato in origine come “Italian agent”. Questo piccolo personaggio era inizialmente presente nel film solo nelle scene girate a Venezia. Quindi penso “ma sì, faccio il provino, se lo vinco passo qualche giorno a Venezia e con la scusa vado a Padova a trovare mia madre e poi con gli americani è sempre un’esperienza girare”. Venivo da un altro film americano ambientato a Verona, Love in the Villa, e sul set mi ero trovato benissimo. Quindi perché no? Vinco il provino e di lì a poco parto per Venezia felice e contento, ma con la convinzione che sarebbe stata una breve parentesi sul set di un super action movie all’americana. Le cose però non sono andate così. Dopo il secondo giorno di riprese a Venezia iniziano a cambiare magicamente delle cose: mi suona il telefono e la mia agente mi comunica che  la produzione vorrebbe che il mio personaggio fosse presente anche nelle riprese previste a Trieste, a Belfast e poi Londra negli Studios. A quel punto chiedo che cosa stesse succedendo, se le altre scene da girare avrebbero previsto battute e quante, insomma recitare in inglese è bellissimo, ma comunque è un’altra lingua, un conto sono cinque battute un conto sono venti o trenta. Mi sale un po’ di ansia, per dirla tutta. Non ottengo risposte, se non “domani mattina incontrerai regista e produttrice sul set e ti spiegheranno tutto”.

LIFT. (L to R) Gugu Mbatha-Raw as Abby and Stefano Stalkotos as Stefano in Lift. Cr. Stefano Cristiano Montesi/Netflix © 2023

“Mi ritrovo dunque all’interno della Scuola Grande di San Rocco a Venezia con una delle produttrici del film che gentilmente mi spiega che Gary ha voluto sviluppare il mio personaggio, mi mette in mano dei copioncini e e mi dice “you are Stefano”. E qui inizia una scenetta abbastanza comica. Premetto, era mattina presto, attorno a me stava accadendo tutto quello che un attore o un’attrice può solo lontanamente sognare ed ero leggermente rimbambito. Io rispondo: “ok i’am Stefano, but I don’t see my character on the script”. Io avevo urgenza di capire quante battute dovessi imparare a memoria e cercavo sulla sceneggiatura “Italian agent”. Lei mi guarda stupita, ma forse anche con un po’ di compassione. “No, no you are Stefano” / “Ok, I’m Stefano. But I don’t read Italian Agent on the script” / “You don’t understand …. Your character is Stefano”. Insomma lo sviluppo del mio personaggio prevedeva – oltre alle scene in più – che il mio personaggio prendesse il mio nome. Subito dopo questa bella figura da Italiano all’estero, arriva F.Gary Gray col suo enorme sorriso ad abbracciarmi e a provare con me le nuove battute”.

“Da quel momento per me è iniziato un viaggio, un’esperienza indimenticabile, con un grande regista, una produzione che mi ha aiutato e supportato in tutto e poi dei compagni e delle compagne di lavoro davvero incredibili, direi iconici, attori e attrici di un pregio enorme se penso a GuGu Mbatha-Raw, Jean Renò, Kevin Hart e soprattutto Sam Worthington (cito loro perchè sono quelli con cui ho condiviso il set, ma il cast di Lift è dotato di altri attori e attrici formidabili) con cui ho avuto l’onore di condividere molte delle scene che mi riguardavano. Sam è un attore straordinario, di una grande umiltà e generosità artistica. Lavorare con lui è stato un grande arricchimento sia artistico che umano e questa dualità non è mai scontato che vada a braccetto. Ma il grazie più grande lo devo certamente a F Gary Gray, che ha creduto in me più di quanto io credessi in me stesso in questa occasione, ha percepito il mio smarrimento e la mia incredulità e mi ha supportato con entusiasmo, grande professionalità ed anche la giusta ironia. E l’ironia è una componente che apprezzo particolarmente, perché credo serva a tenere i piedi per terra e a non prendersi troppo sul serio. È un motore fondamentale per chi si chiede sempre “sarò all’altezza?”. E questa era la domanda che mi son fatto ogni mattina andando sul set da Venezia a Trieste, passando per Belfast e fino Londra. Un’esperienza quella di Lift, che auguro a chi come me ha sempre voluto fortemente fare questo lavoro”.

Cosa ti ha attratto del tuo personaggio di Stefano il carabiniere che si occupa della tutela dei beni culturali ?  

“La cosa bella del mio personaggio, in questo caso, è che l’abbiamo costruito durante le riprese, perché come avrai capito nulla era prevista dal principio. Quindi la storia di Stefano, nel film,  inizia a Venezia dove sarà di supporto alla protagonista del film (GuGu Mbatha-Raw). Da lì seguirà le indagini dell’Interpol capitanate da Sam Worthington. Stefano è sicuramente un agente zelante e corretto. Credo che il suo carattere si sia determinato anche rispetto alle mie sensazioni di attore e di uomo dentro questo set, ovvero: cercare di essere all’altezza, essere travolto da qualcosa più grande di me e cercare di offrire il meglio attraverso la mia sensibilità, il mio istinto e la mia professionalità. Credo che questo abbia caratterizzato anche il mio personaggio. Stefano nel film si contrapporrà spesso con il più autoritario Dennis Huxley (Sam Worthington), che nel film sarà il capo dell’operazione.  Il desiderio di fare la cosa giusta porterà Stefano ad essere, a suo modo, determinante in una scena clou del film. Io credo che questo action movie che promette grandi colpi di scena e immagini davvero mozzafiato, con attori e attrici che offrono bellissime performances e spero che lo stesso si possa dire anche di Stefano, io ce l’ho messa tutta “.

 

C racconti come è stato lavorare sul set con grandi attori internazionali ?

 

Tutto è più semplice di come appare, perché quando hai a che fare con grandi attrici, grandi attori e grandi cineasti come Gary Gray sei molto protetto. Tutto quello che avviene attorno a te si svolge con grande leggerezza, uso questo termine “leggerezza” nell’accezione che Italo Calvino ci ha insegnato:“Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Non voglio filosofeggiare, ma è proprio così. È stato un bell’insegnamento avere a che fare con tutti loro.

 

C’è un personaggio che vorresti interpretare nel futuro?

“È una domanda che mi porta più verso il Teatro. Certo, ci sono in particolare due testi e due grandi personaggi che mi piacerebbe interpretare, quando l’età anagrafica mi verrà incontro: Galileo in “Vita di Galileo” di Bertold Brecht e Shylock ne “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare”.

 

Come ami trascorrere il tuo tempo libero?

“Amo molto la cucina e condividere la tavola con gli amici e le persone a cui voglio bene. Sono sempre alla scoperta di nuovi ristoranti. E per alleviare le “pene” della buona tavola pratico la corsa, nell’ultimo anno è diventata una vera e propria passione e ho corso la 21km di Roma a Novembre. Ora mi sto allenando per la Maratona di Atene. Sono per metà greco, come ti suggerirà il mio cognome, e credo che quella di Atene sia la corsa per eccellenza. Se ce la farò a compiere questa impresa, potrebbe essere emozionante, oltre che un omaggio personale alle mie radici. In ultima, ho una grande passione per il mare”.

 

Progetti futuri?

“No. Inizio il 2024 senza pensare al futuro. L’idea di futuro mi ha sempre molto stressato. Ho superato di 2 anni i 40 e mi concedo il piccolo lusso di avere uno sguardo più “contemporaneo”, dove per me significa: prestare sempre un occhio al passato, stare ben solidi e vivere il presente e accettare quello che verrà”.

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