Personaggi

Addio a Jane Birkin, leggenda del cinema

La cantante britannica naturalizzata francese aveva 76 anni. Aveva recentemente cancellato una serie di concerti per motivi di salute

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(Parigi)-La sua salute era fragile. Tanto che la cantante ha dovuto cancellare le sue date parigine e la sua presenza ai festival estivi. La terribile notizia è caduta questa domenica: Jane Birkin è morta all’età di 76 anni Secondo una fonte a conoscenza della vicenda, è stata trovata senza vita domenica nella sua casa di Parigi. La sua ultima apparizione pubblica risale all’ultima cerimonia del Cesar, a cui aveva partecipato con la figlia Charlotte Gainsbourg e la nipote Alice, figlia di Charlotte e Yvan Attal.

A marzo l’originario londinese, il cui nome è inscindibile da quello di Serge Gainsbourg, aveva già dovuto cancellare dei concerti a seguito di una frattura. “Sono sempre stato un grande ottimista, e mi rendo conto che ho ancora bisogno di un po’ di tempo per poter essere di nuovo sul palco e con voi. Mi piace così tanto stare con te. Mi manchi. A presto, ci vediamo questo autunno. Con tutta la mia tenerezza…”, scriveva “l’ex tifoso degli anni Sessanta”, a fine maggio, in un messaggio a seguito delle ultime disdette.L’inglese prediletta dai francesi non avrà avuto modo di ritrovare il palcoscenico tanto amato e il suo amato pubblico. Molto tempo dopo la morte di Serge Gainsbourg, nel 1991, ha sempre cantato il lavoro di colui con cui ha formato una coppia mitica negli anni 70. fanno parte della loro storia. Ma anche loro fanno parte dei miei”, ha riassunto nel 2018.

Figlia di un grande combattente della resistenza, David Birkin – morto il giorno del funerale di Serge Gainsbourg – e di una famosa attrice, Judy Campbell, Jane Birkin nasce il 14 dicembre 1946 a Londra. Al cinema cattura l’attenzione della professione e del pubblico in “Blow up”, thriller di Michelangelo Antonioni. La sua nudità ha causato uno scandalo, che non ha impedito al film di vincere la Palma d’oro del 1967 a Cannes. Jane Birkin sarà nei titoli di coda di circa 70 film in totale, scelti da firme come Jacques Rivette, Bertrand Tavernier, Jean-Luc Godard, Alain Resnais, James Ivory o Agnès Varda.

Era il 9 ottobre 1969 e per la prima volta la storica trasmissione della BBC “Top of the Pops” si rifiutò di mandare in onda il successo numero uno di quella settimana: “Je T’Aime Moi Non Plus,” di Serge Gainsbourg cantata da Jane Birkin, voci suadenti con gemiti e sospiri che ne decretarono il successo mondiale. Scritta l’anno prima quando il cantautore francese aveva una relazione con Brigitte Bardot, la versione cantata da quest’ultima rimase nel cassetto fino al 1986. Nel 1969 Gainsbourg la incise con la nuova fiamma e incontrò immediatamente il grande successo di pubblico e la più bigotta censura: anche in Italia ne fu vietata la vendita.

La futura icona, silhouette androgina e broncio da donna-bambina, non aveva ancora 20 anni quando sposò il compositore inglese John Barry, 13 anni più anziano di lei. La coppia ha una figlia, Kate, tragicamente scomparsa nel 2013   . John Barry lascia Kate, che decide di tentare la fortuna a Parigi. Nel 1968, sul set del film “Slogan” di Pierre Grimblat, incontra la sua vita: Serge Gainsbourg. La coppia per sempre unita nell’immaginario collettivo, darà alla luce Charlotte.

L’anno successivo, “anno erotico”, mette la sua voce sul sulfureo “ti amo, neanche io”. Un successo che risuona ancora oggi. Nel 1971 esce “Histoire de Melody Nelson”, un concept album disegnato da Gainsbourg attorno a Jane. Il fallimento commerciale alla sua uscita si trasformerà in un classico.Nel 1980, ha lasciato “Gainsbarre” annegato nell’alcol, che ha riconosciuto la violenza su di lei. È diventata la compagna del regista Jacques Doillon, per 13 anni, e ha avuto una figlia con lui, Lou.Jane aspetterà fino a quando compirà 40 anni, nel 1987, per fare finalmente il suo debutto sul palcoscenico. Va poi al Bataclan di Parigi, al Casino de Paris, all’Olympia. Un artista poliedrico che lascerà un vuoto enorme.

Porta il nome, anzi il cognome dell’attrice, la borsa “must have” di Hermès, accessorio per pochi, a lei dedicata. Fu la stessa Jane Birkin a raccontare come andarono le cose. Sembra che nel 1984, durante un volo da Parigi a Londra, dove viaggiava anche Jean-Louis Dumas, lo stilista della casa di moda, lei aprì la sua borsa di Hermès dalla quale cadde una moltitudine di fogli e appunti. Dumas allora prese la borsa e gliela restituì qualche settimana dopo, con l’aggiunta di una tasca (che da allora divenne standard).

In seguito, ne fu realizzato un prototipo apposta per l’attrice, ribattezzato “Birkin”. La borsa, nella cultura popolare, è diventata simbolo di lusso visti anche i tempi di attesa per averne una su ordinazione. Più volte l’attrice ha detto che l’oggetto la superava di gran lunga in fama,  finoa  “Sconfessarla”  nel 2015 dopo essere stata avvisata delle pratiche crudeli subite dai coccodrilli durante la loro macellazione per la produzione delle borse. In risposta alle su dichiarazioni la casa di moda fece sapere di aver implementato i controlli negli allevamenti.

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