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ALBERTO BAMBINI

Di Cristofaro Russo

Alberto Bambini ha una professionalità video speciale e preziosa  , che stavolta ha deciso di esprimere nella realizzazione di un suo shortfilm, di un genere diffuso e attraente: l’horror.“Lucinda” è opera di artisti lucchesi. Lucinda“, primo cortometraggio diretto dal promettente regista toscano Alberto Bambini, un passato da produttore musicale,   con una grandissima passione per l’horror. “Lucinda” affronta il tema della possessione demonica e offre un’ambientazione dai toni cupi, arricchita da effetti speciali che ben si inseriscono nella storia rendendola carica di colpi di scena. Abbiamo intervistato il regista toscano  per conoscere nel dettaglio questa sua prima opera.

Alberto, come nasce il tuo primo corto Lucinda?
E’ un idea che viene da lontano, una storia che ho sempre voluto raccontare. Venendo da un mondo un pò differente (quello musicale) ci è voluta la giusta occasione per trovare tempo e stimoli per iniziare a scrivere la sceneggiatura. E’ una storia in un certo senso “autobiografica” nel senso che il corto racconta una paura che ho sempre avuto fin da piccolo e forse in un certo senso ho voluto esorcizzare realizzando “Lucinda”.
 

Il corto ha avuto molto successo vincendo addirittura al Los Angeles Film Awards il premio per la best narrative shorts. Che emozione hai provato quel giorno?
Devo essere onesto, incredulità…sapevo di aver fatto un buon lavoro, sia durante le riprese che nella post produzione durata quasi un anno ma mai mi sarei aspettato un riconoscimento del genere considerando anche che era il mio lavoro di esordio pur avendo 45 anni!
 
 
 
Lucinda è arrivato in semifinale a festival come il Prisma Indipendent Film Festival e al Los Angeles Cine Fest. Quanto é stato importante per te che Lucinda fosse visto e giudicato da un pubblico più ampio?
Fondamentale direi.  A Napoli si dice “ogni scarrafone è bell a mamma soja” però fino a che non ci si mette in gioco accettando i giudizi altrui non si ha il polso reale della situazione.  Lo spettacolo è questo..Il giudizio del pubblico e di giurie qualificate conta. Inutile negarlo.
 
Lucinda, ad oggi, cosa rappresenta per te a livello umano e professionale?
Lucinda è un mattoncino, un piccolo ma solido mattoncino che mi servirà, insieme ad altri a costruire qualcosa di più grande. Personalmente sono un tipo molto curioso che ama mettersi in gioco e sicuramente realizzare un progetto di questo tipo andrà ad accrescere la mia curiosità verso questo mondo del cinema che tanto affascina chiunque ne venga anche solo sfiorato…
 
Come hai scelto i protagonisti di Lucinda e come ti sei trovato con loro?
Tutti i protagonisti sono stati scelti attraverso un casting. Comunque se si esclude la protagonista Sofia Del Carlo che era alla sua prima esperienza sul set, gli altri sono attori affermati che in un certo senso “hanno scelto me” e non il contrario! Addirittura l’attore polacco Romuald Klos ha lavorato in passato con registi come Mel Gibson e Pupi Avati. Dopo i provini li ho contattati dicendo che il progetto era low budget e che quindi non  avrei avuto a disposizione le grosse cifre che giustamente come attori professionisti e bravissimi si meritavano. La loro risposta è stata “facciamolo”!
 
Hai affermato che la paura è uno degli elementi più violenta che possiamo provare nella vita. Cosa rappresenta per te la paura e in che modo, in futuro, vuoi analizzare questo sentimento?
La paura è quella che ci ha fatto arrivare ai giorni nostri nella strada dell’evoluzione. E’ una sfida creare la vera paura nello spettatore. Non parlo di Jumpscares ma di sensazione di disagio che lascia la vera paura vista al cinema. La mia intenzione è quella di esplorarla ancora tant’è che ho realizzato la mia casa di produzione “Deep LaKe” che si occuperà appunto di sfornare corti Horror e Thriller.
 
Hai da poco annunciato il tuo nuovo corto: Three. Come lo descriveresti e come nasce l’idea?
Three nasce anch’esso da una mia fobia, una mia paura. Cosa si proverebbe ad essere braccati in un luogo sicuro come dovrebbe essere la propria casa? Three cerca di raccontare appunto questa situazione provando a eviscerare ogni sensazione che potrebbe venirne fuori specialmente quando ci si accorge che chi sta cercando di farti del male è tutto fuorchè una persona in carne ed ossa..E’ anche una storia che si lega in modo ovviamente personale ad un tema delicato e sociale come quello dell’aborto terapeutico. Il tutto condensato in pochi minuti.
 
Hai anche annunciato che la protagonista di Third sarà l’attrice Melania Dalla Costa. Cosa ti ha colpito di lei e come mai l’hai scelta?
Melania mi è stata presentata da una amica comune. Quando ci siamo incontrati  mi sono subito reso conto di essere di fronte alla protagonista del mio nuovo corto! Solo che lei ancora non lo sapeva! (ride ndr) Le ho fatto leggere la sceneggiatura e dopo pochi giorni è arrivata la sua telefonata dove mi annunciava che sarebbe stata la protagonista di “Three”!
 
I tuoi corti sono girati in Toscana. Cosa rappresenta per te la tua terra?
La toscana è una regione piena di cultura e di posti suggestivi. Abbiamo una marea di monumenti, ville e casolari che si prestano alla perfezione ad essere luoghi di paura! Amo la mia regione e la mia città e credo proprio che non la cambierei per nessun altra.
 
Alberto, quali sono i tuoi prossimi progetti futuri?
Occuparmi della neonata casa di produzione Deep LaKe e finire la sceneggiatura del primo lungometraggio..Horror ovviamente!
 
 
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