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Calendario Giulia Di Quilio

Dopo il successo del calendario 2020 arriva a sorpresa il calendario 2021 dal titolo i miei primi 40 anni.

(Roma)- Provo a partire da me. Anzi, dal mio corpo.
Come ogni donna, nel rapporto con lui, ho attraversato fasi diverse: l’ho
seguito, rifiutato, a volte tradito, esposto, nascosto, evitato.
Poi, ora, alla soglia dei 40 anni, mi sembra di averlo davvero accettato.
Sembra un paradosso, lo so: ho fatto la modella, l’attrice, la performer di
Burlesque, lavorando proprio con il corpo.
Eppure, solo adesso mi ci trovo bene e lo sento mio: il corpo che mi ha
dato due figli splendidi, che ha attraversato, trattenuto, affrontato tutte
le esperienze – delusioni, incontri, amori, scoperte – che hanno segnato fin
qui il mio percorso.
Il corpo di cui, finalmente, mi sento orgogliosa.
Non solo e non tanto per come è, ma per cosa rappresenta e racconta.
E più vado avanti e più mi sembra che sia il corpo a ragionare, a riflettere,
a comprendere le cose nel profondo.
La mente agisce e il corpo pensa. Non il contrario.
Per questo, per me, a 40 anni, scegliere di fare un calendario significa
sentirmi libera di liberare il corpo (scusate il bisticcio) con una
consapevolezza nuova, mai sperimentata prima.
Sembrerebbe una posizione femminista. E, in effetti, lo è.
Non solo non me ne vergogno ma la rivendico appieno.
E ad unire insieme due parole apparentemente distanti come
“calendario” e “femminista” è proprio il corpo, sempre lui: il corpo come
identità, come coscienza, come espressione di sé e anche come
differenza.
E questo calendario, allora, più che celebrare i miei primi 40 anni, celebra
il corpo: il mio e quello di ogni donna.
L’ho ideato, “diretto”, prodotto e stampato da sola e ci ho messo dentro
tutto quello che mi andava di metterci. Lo scorso anno avevo attinto dal mio (ormai voluminoso) archivio
fotografico, provando a capire se per un genere apparentemente vetusto
come il calendario cartaceo ci fosse ancora interesse e curiosità.
E’ andata molto bene, ho preso coraggio e ho deciso di rimettermi in
gioco con delle foto del tutto inedite, realizzate per l’occasione.
12 mesi, 12 fogli, 12 frammenti del mio mondo, delle mie passioni, dei
miei gusti, della mia maniera di essere – e di sentirmi – femminile.
C’è l’erotismo degli anni ’80 in cui sono cresciuta ma anche il mito di
Hollywood che continua a farmi sognare.
C’è un omaggio al cinema
italiano e l’inevitabile riferimento a quell’universo burlesque con cui flirto
piacevolmente da ben dieci anni. E ancora: il verde del mio Abruzzo, un
Natale in stile Betty Page, una suggestione alla Jane Russell, il gusto del
vedo-non vedo e anche quello del vedo e basta.
Ci sono io, insomma, contraddizioni comprese.
E sempre io, e soltanto io, ho scelto cosa fare e come.
Non per compiacere qualcuno. Ma soltanto per piacere.
Prima di tutto a me stessa.

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