20 ANNI DA ZAR
Il 9 agosto 1999 l'ex agente del KGB diventava primo ministro russo e iniziava il suo "Regno" ai vertici del Cremlino

Da perfetto sconosciuto, a uno degli uomini più potenti al mondo. Esattamente 20 anni fa, il 9 agosto 1999, Vladimir Putin iniziava la sua scalata al successo, nominato primo ministro dal presidente russo Boris Eltsin.Il 37enne, ex funzionario del KGB, arrivò al potere sulla scia della seconda guerra cecena, quando i separatisti invasero il Daghestan. Il primo mandato di Putin, presidente dal 2000, fu segnato anche da una serie di tragedie su scala nazionale: l’affondamento del sottomarino militare “Kursk”, la strage di Beslan e il sequestro al teatro Dubrovka di Mosca.
Allo stesso tempo, Putin intraprese una guerra sul fronte politico, con la dura repressione dei suoi oppositori. Qualcuno riuscì a fuggire all’estero, altri, come il miliardario Mikhail Khodorkovsky, si trovarono dietro le sbarre.La metà degli anni 2000 fu un periodo di forte crescita economica per la Russia, grazie alle esportazioni di petrolio e gas. Ma tutti i successi sono sempre stati associati al nome di Putin. Nel 2008, dopo due mandati presidenziali consecutivi, ridivenne premier sotto la presidenza del fedele Dmitrij Medvedev. Ma solo per tornare al Cremlino quattro anni dopo.
I rapporti con l’Occidente peggiorano e nel celebre discorso di Monaco del 2007 Putin di fatto vara una nuova era: quella della Grande Russia. Il progetto subisce un rallentamento quando nel 2008 cede il posto al Cremlino a Dmitri Medvedev e per un turno si adatta a fare di nuovo il premier. Ma tutto cambia nel 2012. Lo «zar» torna in sella alla grande, tra le proteste delle opposizioni che lo accusano di brogli, e si prepara alle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014, le più sfarzose di sempre.
Nel 2012 l’economia russa subì un forte rallentamento, ma, sullo sfondo di una situazione internazionale estremamente turbolenta, il sostegno a Putin non perse comunque punti. Gli elettori russi accolsero con favore quello che venne presentato a Mosca come il “tanto atteso ritorno della Crimea“, nel 2014. E il fatto che le azioni russe venissero definite nel mondo occidentale “aggressione” e “annessione”, rafforzò nei sostenitori di Putin l’idea che il Cremlino fosse sulla buona strada.
Nel 2018 vinse di nuovo le elezioni presidenziali, senza sorprese e con il 76% dei voti. I russi scesero in piazza, spinti da un’insoddisfazione generale. Queste proteste vennero lette dagli esperti come una svolta nella società.L’attuale mandato presidenziale dello “zar” Putin scade nel 2024, quando avrà 72 anni. Per gli analisti, neppure questa volta cederà completamente le redini.
Quindi Il 66enne ex agente del KGB infatti, dopo aver marginalizzato minuziosamente tutte le voci critiche, non intende concedere spazi alle minime critiche. Sfrutta invece la sua popolarità, meritata per aver riportato la Russia ai vertici della scena internazionale e assicurato una parvenza di stabilità. E benché la Costituzione russa non lo permetta, pensa a come ripresentarsi per un nuovo mandato nel 2024.