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Stipendio deputati e senatori nel nuovo Parlamento
Non solo l'indennità parlamentare. Dalle spese di soggiorno a Roma fino ai giga per il telefono, ecco i "bonus" per i nostri rappresentanti in Parlamento

Stipendio deputati e senatori, col nuovo parlamento è cambiato qualcosa? Non c’è solo la celebre indennità parlamentare, che si attesta più o meno attorno ai cinquemila euro al lordo di ritenute fiscali e senza contare eventuali addizioni.A questo importo vanno aggiunti vari “bonus”: dalla diaria per il soggiorno a Roma fino alle spese per il telefono e i trasporti. Proviamo ora a fare i conti in tasca ai nostri rappresentanti alla Camera e al Senato.
Stipendio deputati: ecco da cosa è formato .La diaria – Forse non tutti sanno che ai deputati viene riconosciuto quello che è sostanzialmente un “rimborso spese”, destinato a coprire le spese di soggiorno a Roma. Si tratta di una diaria mensile pari a circa tremila euro, decisa sulla base di una legge, la n. 1261 del 1965. Lo stesso provvedimento spiega chiaramente anche come comportarsi in caso di assenza del politico. Se il deputato manca alle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni qualificate con il procedimento elettronico, la sua somma viene come ovvio decurtata. Ogni giorno d’assenza, ai nostri rappresentanti costa esattamente 206 euro e 58 centesimi. Va tuttavia ricordato che è considerato presente un deputato che ha partecipato ad almeno il 30% delle votazioni e che, comunque, la decurtazione non ha luogo qualora l’assenza venga “giustificata”.
Rimborso spese – In realtà, i deputati possono contare anche su un generico rimborso spese per l’esercizio del mandato. Questo ammonta a 3.690 euro mensili ed è corrisposto per metà in via forfetaria e per la restante parte a fronte di specifiche categorie di spese che devono essere attestate con una dichiarazione per ogni quadrimestre.
Trasporto e viaggio – Per chi si chiedesse, invece, se i politici acquistassero biglietti per viaggiare in treno, la risposta è no. A tutti i deputati infatti è garantita la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. In sostanza significa che, per ogni spostamento, al deputato basta mostrare il proprio tesserino unico agli sportelli dell’agenzia di viaggi presente presso le sedi della Camera o alle biglietterie di stazioni e aeroporti. Per l’autostrada invece basta avere un comune Telepass, che le istituzioni pagheranno insieme alle altre spese accessorie di viaggio (queste ultime individuate in base a due fasce chilometriche).
Telefono – I deputati non rischiano poi neanche di restare senza internet sul cellulare. A fine anno ogni rappresentante ha infatti ben 1.200 euro, da intendersi come un rimborso forfetario per le spese telefoniche e per il traffico dati.
Sistema previdenziale – Dal 2012 non esiste più il vitalizio, ma il deputato comunque ha visto nascere, a parziale sostituzione, un sistema previdenziale simile a quello per i dipendenti pubblici. I contributi vengono estratti dall’indennità di cui sopra e permettono di ottenere la pensione a 65 anni (a patto che si sia stati in Parlamento almeno per quattro anni, sei mesi e un giorno, come nel caso della ultima legislatura).
Assistenza sanitaria integrativa – Dalla quota d’indennità si prende inoltre una quota destinata all’assistenza sanitaria integrativa. I deputati sono iscritti infatti obbligatoriamente a un fondo a essa dedicato.
Assegno di fine mandato – Dulcis in fundo quando il deputato termina il suo mandato egli riceve l’assegno di fine mandato. L’importo di quest’ultimo è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità. In pratica ogni mese all’indennità lorda viene decurtata una parte, che finirà a un fondo atto a finanziare alla fine l’assegno di fine mandato.