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“Tromboni”, il nuovo libro di Mario Giordano

Nella sua ultima pubblicazione, il giornalista alza il velo sulle grandi ipocrisie del nostro tempo

(Milano)-Chi sono i tromboni? Lo spiega Mario Giordano nel suo ultimo libro, alzando il velo sulle grandi ipocrisie del nostro tempo e rivelando tutti gli errori, le contraddizioni, gli strafalcioni dei “falsi maestri”.

 

I tromboni sono quelli che “vi spiegano come salvare il Paese mentre lo fanno andare a rotoli, quelli che parlano di rivoluzione verde e fanno affari sporchi con l’energia pulita; quelli che vi spiegano come salvare la democrazia mentre la stanno affossando; le virostar che, dopo aver sbagliato per due anni tutto quello che era possibile sbagliare, continuano con sicumera a spiegarvi che cosa fare per non sbagliare”.

Come racconta l’autore, sbugiardare gli incompetenti è facile, sono gli esperti quelli davvero pericolosi. Vestono la maschera di chi la sa lunga, si presentano sotto mentite spoglie e galleggiano sulle onde del pensiero unico. “Sempre la stessa musica. La marcia trionfale. Ormai ci siamo abituati: tutti suonano le trombe. E perciò a me è venuta voglia di suonare i tromboni”. “Tromboni” è edito da Rizzoli (264 pagine).

Qui di seguito potete leggere la Premessa del libro:

Negli ultimi tempi i giornalisti si sono abituati a suonare le trombe. A me, perciò, è venuta voglia di suonare  tromboni. Chi sono? Guardatevi attorno: di sicuro ne conoscete anche voi qualcuno. Sono quelli che hanno sempre la verità in tasca. Quelli che salgono in cattedra. Che vi spiegano che cosa bisogna fare. Come bisogna farlo. Che non perdono occasione per darvi una lezione. Ce ne sono dappertutto. Il mondo è pieno di tromboni. Li incontrate al bar, in ufficio, in palestra, alla riunione di condominio. Se poi accendete la tv rischiate di venirne sommersi: il Super Tromboni Show va in onda a tutte le ore, praticamente a reti unificate. Ci sono i tromboni dell’economia che vi spiegano come salvare il Paese mentre lo fanno andare a rotoli; ci sono i tromboni dell’ambiente che vi spiegano come salvare il pianeta mentre lo stanno devastando; ci sono i tromboni della democrazia che vi spiegano come salvare le libertà mentre le stanno affossando. E ci sono le virostar che, dopo aver sbagliato per due anni tutto quello che era possibile sbagliare, continuano con sicumera a spiegarvi che cosa fare per non sbagliare. Come non fidarsi?

Lo so che va di moda prendersela con gli incompetenti. In effetti: gli incompetenti in genere fanno danni. Ma, vi assicuro, mai quanto i (falsi) competenti. Che oggi, purtroppo, sono dominanti. Leggete il libro e ne avrete la riprova. Il fatto è che gli incompetenti almeno li riconosci subito. Li puoi evitare. Li puoi isolare. I (falsi) competenti, invece, sono più pericolosi perché si presentano sotto mentite spoglie. Sono quelli bravi. I tecnici. Gli esperti. Poi magari sono solo esperti nel prendersi una maxiconsulenza. O nell’occupare una poltrona. O nell’arraffare i soldi altrui. Ma è difficile riconoscerli perché vestono la maschera di chi la sa lunga. S’impancano. Te la raccontano. Usano parole complicate. Vantano specializzazioni. Professionalità. Grandi conoscenze. Grandi doti. Grandi capacità. Tutto grande, come il lupo di Cappuccetto Rosso. Che bocca grande che hai. Per mangiarti meglio. 

Sbugiardare i tromboni non è facile perché galleggiano sulle onde del pensiero unico. La corrente generale li protegge. Li sorregge. Li spinge avanti. Usciamo da due anni di impressionante conformismo delle idee e dell’informazione. Prima il Covid, poi la guerra ci hanno regalato la moltiplicazione dei pappagalli. Tutti a ripetere sempre gli stessi slogan. Tutti a ripetere le stesse formulette. Chi, in questo periodo, ha osato uscire dal sentiero tracciato è stato demonizzato, emarginato, criminalizzato. Come dicevo: ci siamo abituati a suonare le trombe. Sempre la stessa musica. Sempre la marcia trionfale. L’informazione deve essere «somministrata dall’alto», ha dichiarato esplicitamente l’ex premier Mario Monti in uno studio televisivo. I giornalisti presenti gli davano ragione. E ci sono altri giornalisti, ancor più famosi, che sono arrivati a teorizzare persino che le notizie non si devono dare. Proprio così. Non vi faccio qui i nomi, così vi viene ancor più voglia di leggere il libro. Ma sì, insomma: che cos’è questa pretesa dei cittadini di voler essere informati? Di sapere? E magari anche di contare? Di dire la loro? Questa è l’epoca dei migliori. Dei comandanti in capo. Dei commissari unici. Degli uomini della Provvidenza. Non disturbate i manovratori. Prima la pandemia, poi Putin; prima il lockdown, poi l’economia di guerra: ormai ci siamo assuefatti all’emergenza. Lo straordinario è diventato ordinario. E così accettiamo compressioni di libertà, violazioni dei diritti e restringimenti della democrazia che poco tempo fa avremmo considerato impossibili anche solo da immaginare. Forse è vero che si era esagerato con lo slogan «uno vale uno». Ma ora siamo direttamente passati all’«uno non vale nessuno». E questo nessuno non può nemmeno protestare.

Vietato contraddire i tromboni.

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