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La magia delle Notti di Champions

Corner : Il calcio visto e raccontato dalla penna di Maurizio Longhi

Luci sulla Champions, ritornano le grandi notti europee. Tra le quattro italiane impegnate, nel primo turno, a sorridere è soprattutto il Napoli che si è imposto sul Liverpool con un secco 2-0. Per il secondo anno consecutivo, gli azzurri battono i Reds al San Paolo, a fine gara Ancelotti ha ironizzato dicendo che questo è beneaugurante per il suo collega Klopp che nella scorsa edizione ha vinto la Champions. Però, è stata una partita diversa rispetto a quella di un anno fa, quando il Napoli fu perfetto e il Liverpool inesistente. Stavolta, la capolista della Premier ha giocato da par suo, con grande ritmo e organizzazione tattica, solo che ha trovato pane per i suoi denti dal momento che gli azzurri hanno giocato alla pari con i campioni d’Europa in carica. Si diceva che se il Napoli avesse giocato come nelle prime tre di campionato non ci sarebbe stata storia, invece, si è vista una squadra diversa, più determinata e capace di tenere testa ad una fuoriserie. Prima del match, si sarebbe firmato ad occhi chiusi per uno 0-0, che era il risultato al quale ci si stava avviando prima che, a dieci minuti dalla fine, l’arbitro assegnasse un rigore molto dubbio per un fallo su Callejon. Dal dischetto Mertens non ha perdonato, poi nel recupero Llorente ha firmato la sentenza per gli inglesi. Il rigore concesso agli azzurri è sicuramente discutibile, ma soffermarsi sull’episodio facendo passare in secondo piano una impresa, sembra quasi un atto di malafede.

Non ha convinto l’Inter, anzi, ci si aspettava sicuramente di più dalla compagine di Conte che affrontava in casa lo Slavia Praga. Era la gara più abbordabile, almeno sulla carta, invece è servito un tiro sporcato di Barella in pieno recupero per evitare un clamoroso tonfo. La squadra ceca ha mostrato verve e intraprendenza giocandosela senza timori di sorta, mentre i nerazzurri sono apparsi un po’ imbolsiti ma hanno avuto il merito di credere fino alla fine di poterla almeno pareggiare. Il discorso qualificazione si complica, perché arriveranno avversarie più quotate come Barcellona e Borussia Dortmund, all’Inter spetta l’impresa di giocarsela alla pari per sperare di superare il girone. Non tutto è perduto, siamo appena alla prima giornata, ma già dalla prossima servirà una Inter diversa, più formato Champions, anche per sfatare il tabù di un Conte più competitivo in ambito nazionale che europeo.

Partita scoppiettante al Wanda Metropolitano tra Atletico Madrid e Juventus, con entrambe che hanno cambiato filosofia di gioco anche se solo i bianconeri presentano anche un allenatore diverso. La squadra di Sarri, nel primo tempo, ha subito il palleggio e l’intensità dei colchoneros – che prima facevano della fisicità il loro principale punto di forza. Chiusa la prima frazione a reti inviolate,nella ripresa la Juve è scesa in campo con un piglio diverso e, con le reti di Cuadrado e Matuidi, sembrava aver messo in cassaforte i primi tre punti. Invece, come successo già contro il Napoli, è come se questa squadra, contrariamente alle stagioni passate, soffrisse di black out e si è fatta rimontare anche dagli uomini del Cholo Simeone. Da 0-2 a 2-2, ancora una volta fatali i calci da fermo, con Savic ed Herrera a beffare la retroguardia juventina. Un risultato comunque positivo per Madama, solo che per come si era messa la partita, è un punto che lascia un po’ d’amaro in bocca e fa capire all’allenatore di dover registrare qualche meccanismo difensivo.

Brutto risveglio per l’Atalanta, che sognava ad occhi aperti il debutto in Champions che, però, si è rivelato più traumatico del previsto. La sensazione è che gli uomini di Gasperini non siano riusciti a reggere l’emozione naufragando contro la Dinamo Zagabria, un’avversaria ostica ma alla portata. I croati, invece, hanno maramaldeggiato con un perentorio 4-0 che ha messo in vetrina la classe di Orsic, salito in cattedra con una tripletta. Questa brutta scoppola, non deve assolutamente abbattere il morale degli orobici, consapevoli del fatto che si potesse pagare un dazio pesante alla prima uscita tra le big d’Europa. L’inesperienza così come può trasformarsi in sana incoscienza, può diventare anche causa di disorientamento in un contesto mai sperimentato. Spensieratezza e caparbietà, queste devono essere le prerogative dell’Atalanta per il prosieguo di quest’avventura dalla quale non bisogna pretendere successi ma emozioni.

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