Gray e Pitt inseguono Kubrick. E finiscono “Lost in space” (per usare il titolo di un’altra space opera di qualche anno fa).
Ma andiamo con ordine: futuro prossimo, Pitt è il maggiore Roy Mc Bride, asso della SpaceCome, il comando spaziale statunitense, astronauta tormentoso e tormentato cresciuto nel Mito del di lui padre, Clifford Mc Bride (Tommy Lee Jones), Leggenda dei viaggi spaziali Usa: primo uomo su marte, primo su saturno ecc. . Sparito decenni prima quando a capo del Progetto Lima si accingeva a varcare l’ultima frontiera: la ricerca di vita intelligente nello spazio profondo.
Dopo quasi 3 lustri lo spettro del Progetto Lima si rifà vivo sulla Terra: e porta cattive notizie, il Progetto prevedeva l’utilizzo dell’antimateria e pare che qualcosa sia andato storto e che metta in pericolo tutta la vita sul Globo…secondo voi chi andrà nello spazio alla ricerca del Progetto Lima e del “fantasma” del padre, del Progetto e degli alieni, per scongiurare l’Apocalisse ? Bravi 7 +…..Gray e Pitt inseguono Kubrick e il suo “2001 odissea nello spazio” dicevamo, ma pure i più recenti “Gravity” e “Interstellar”. Rimanendone ben distanti. Nel caso di Kubrick direi a distanze “siderali” (visto il tema…).
Per il resto Pitt fa il suo: regge tutto il peso del film praticamente da solo, dà vita a un personaggio straniato, straniante, cupo e ossessionato in una storia, come detto, lenta, tormentosa e tormentata fino (quasi) alla fine.
Liv Tyler nei panni della moglie fa un cameo, il Grande Vecchio Donald Southerland in quelli del antico amico del padre scomparso, fa una comparsata di 10 minuti (S.V.) e l’inafferrabile padre/Lee Jones (sempre inappuntabile) fa capolino sul (catartico) finale.
Insomma direi che, vista la difficoltà palese a dire qualcosa di nuovo sul tema,forse se ne poteva fare pure a meno, ben altre erano le aspettative. Soprattutto per gli amanti dei grandi spazi siderali e di quelli interiori. E per i mangiatori seriali di pop-corn.