STANGATA D’AUTUNNO
Secondo l'associazione, la prima voce di spesa per gli italiani sarà quella alimentare, con incrementi medi dei prezzi del 10% su base annua.

(Roma)- Il rientro dalle ferie rischia di essere amaro per gli italiani.Secondo le stime del Codacons, l’aumento di prezzi e tariffe che sta per arrivare determinerà una vera e propria “stangata d’autunno” sulle tasche dei consumatori, in media pari a +711 euro annui a famiglia tra settembre e novembre. Stando all’associazione, la prima voce di spesa sarà quella alimentare, con incrementi medi dei prezzi del 10% su base annua.
Un nucleo di quattro persone – afferma il Codacons – si ritroverà quest’anno a spendere172 euro per i primi rifornimenti alimentari post-vacanze, con una maggiore spesa di circa 16 euro rispetto al 2021.Abitudini cambiate – Non solo rincari sui beni alimentari. I dati sui consumi diffusi da Unem (Unione energie per la mobilità) attestano per il Codacons “le modifiche nelle abitudini degli italiani, con i cittadini che, a fronte dei maxi aumenti dei listini di benzina e gasolio, hanno ridotto l’uso dell’automobile”. Secondo l’associazione, “gli italiani lasciano sempre più spesso l’auto privata a casa e preferiscono muoversi ricorrendo a mezzi di trasporto alternativi e più economici.
Nuova mobilità – Si tratta di un cambiamento “dimostrato non solo dalla riduzione dei consumi di carburante, ma anche dalla crescita delle vendite di biciclette, monopattini, e-bike registrata negli ultimi mesi, e l’incremento del ricorso a mezzi in sharing in tutte le città della penisola”. I cittadini, “così come sta avvenendo in diversi comparti a partire dall’alimentare, reagiscono ai prezzi fuori controllo diminuendo laddove possibile i consumi, in modo da difendersi dai rincari e salvare i bilanci familiari”, spiega l’associazione.
I costi dell’energia – “Imprese, industrie, commercianti e famiglie stanno andando incontro a una catastrofe causata dall’abnorme crescita dei costi energetici, con le bollette destinate a registrare aumenti record durante i prossimi mesi”, aggiunge ancora il Codacons, che chiede al governo di ricorrere subito ai prezzi amministrati di luce e gas “per evitare il rischio default per famiglie e imprese”.
Le tariffe amministrate – “Di fronte a tale scenario, gli interventi sulla tassazione (Iva e oneri) non sono più sufficienti e non possono bastare a salvare l’economia. Serve ricorrere a tariffe di luce e gas amministrate dallo Stato, unica strada per uscire al più presto dalla crisi e consentire a imprese e industria di proseguire le attività e alle famiglie di riuscire a pagare le forniture energetiche”, afferma l’associazione.
Apicoltura in crisi – Un altro settore in cui l’esplosione dei costi sta causando gravi ripercussioni è quello dell’apicoltura, su cui si sono peraltro abbattuti siccità e nubifragi. Il risultato è il taglio di quasi la metà della produzione di miele in Italia, con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine e le api allo stremo, costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento. A denunciarlo è la Coldiretti.