PARIS HILTON TESTIMONIA SU ABUSI SUBITI IN COLLEGIO UTAH
La testimonianza dellʼereditiera a una commissione del Senato dello Utah: "Se oggi parlo è solo a difesa di centinaia di ragazzi detenuti in strutture di rieducazione"
(Washington)- “Il mio nome è Paris Hilton , sono una persona sopravvissuta all’abuso delle istituzioni e parlo oggi a difesa di centinaia di ragazzi detenuti in strutture di rieducazione sparsi negli Stati Uniti». La voce trema e le mani corrono ad asciugare le lacrime che già solcano il viso. La trentanovenne ereditiera dell’impero alberghiero va comunque avanti, e completa la sua denuncia: «Per tutti i venti anni che ho alle spalle sono stata perseguitata da un incubo ricorrente: due sconosciuti mi rapiscono nel mezzo della notte, mi spogliano per perquisirmi, e poi mi rinchiudono in un edificio. Mi piacerebbe dirvi che si è trattato solo di un cattivo sogno, ma non è stato così”.
Hilton ha testimoniato in un’audizione della commissione del Senato statale dello Utah a favore del disegno di legge che richiede una maggiore supervisione da parte del governo dei centri di trattamento residenziale giovanile. Il provvedimento è passato all’unanimità in seguito alla testimonianza emotiva della 39enne e di diversi altri sopravvissuti. “Parlare di qualcosa di così personale era ed è ancora terrificante – ha sottolineato Hilton – Ma non posso andare a dormire la notte sapendo che ci sono ragazzi che stanno subendo gli stessi abusi che io e tanti altri abbiamo dovuto affrontare”. Paris ha poi precisato che quanto ha vissuto è stato così “traumatizzante” da farla soffrire di incubi e insonnia per anni.
Non è la prima volta che Paris racconta questa la storia. Lo ha già fatto nel documentario “This is Paris” lanciato sul Web a settembre 2020, nel quale ha dettagliato le sevizie delle quali è stata vittima all’età di 16 anni, quando i genitori decisero che l’unico modo per curarla dalle intemperanze giovanili era rinchiuderla in un istituto privato di riabilitazione: la Provo Canyon in Utah. Una scuola privata specializzata nel trattamento di adolescenti difficili dove già nel 1997 i genitori della ragazza pagarono un conto di 300mila dollari per tenerla confinata durante i mesi di cura.