Moda

Fabiana Gabellini

Di Antonio Vistocco
 

Passione per la moda, eleganza e attenzione alla qualità dei tessuti. Sono queste le peculiarità che rendono unico il brand FABIANA GABELLINI | MADE TO MEASURE, composto da abiti originali, eleganti e preziosi. Fabiana Gabellini realizza le sue creazioni a mano e le personalizza secondo i gusti delle clienti, grazie alla sua grande esperienza nel settore della moda. Nel 2010, dopo aver lavorato come consulente stilistico, ha deciso di creare il suo brand per affermare un marchio sartoriale Made in Italy, caratterizzato da uno stile ricercato ed unico.

Come è cominciata la sua esperienza nel settore della moda?
Ho iniziato nel campo della moda perché mia madre era già inserita, quindi fin da quando ero piccola ho imparato da lei le nozioni relative al tessuto, alla manualità della realizzazione del capo, perché mia mamma tutti giorni tornava a casa e continuava il suo lavoro, anche per hobby, sia lei, che mia nonna, che mia zia. Il loro influsso ha rafforzato la passione che c’era in me ed è diventata ora un lavoro, a cui sono arrivata anche attraverso lo studio all’università, come progettista di moda. Poi ho lavorato come consulente stilistico, fino a che, dopo aver collaborato per alcuni anni con aziende del settore nel territorio italiano, ho deciso di creare un mio brand personalizzato, FABIANA GABELLINI | MADE TO MEISURE. Avevo iniziato con un atelier, che si chiamava GF, senza tralasciare le consulenze aziendali che ogni tanto mi chiedono. Il mio percorso si è sviluppato attraverso le fiere del settore.
Adesso espongo gli abiti che creo in showroom e in gallerie d’arte, dove non c’è solo l’abbigliamento, ma si uniscono diversi tipi di arte e di artisti per valorizzare le eccellenze del Made in Italy. Adesso il concetto è cambiato, non esiste più la moda fine a se stessa, ma l’arte e il pezzo unico, anche nell’abbigliamento. Si parla di un target medio-alto, di una nicchia di persone, che seguono questo genere con passione, ricercando il pezzo unico con tessuti rilevati da aziende che nel tempo hanno lavorato per Gucci o Yves Saint Lauren, ho aziende che mi procurano tessuti di Armani, non sempre attuali, anche di tanti anni fa, quindi viene fuori un prodotto che dura del tempo. Non è come per gli abiti delle collezioni di Milano, stagionali, qui parliamo di pezzi unici che non hanno stagionalità, quindi sono sempre attuali, il cliente può sfruttarli in diverse occasioni, cambiando gli accessori, l’abito diventa da sera o da giorno a seconda degli accessori. Si tratta di creazioni realizzate con ricercatezza, create sulla persona, lavorando a stretto contatto con il cliente, lo coinvolgo nella realizzazione dell’abito. Spesso alcuni di loro mi chiedono il total look, ad esempio la cinta, la stola, la pochette abbinata a vestito, quindi si sviluppa un rapporto con il cliente molto intimo.
Nel 2010 ha creato il suo nuovo brand. Com’è nato questo progetto e con quali obiettivi?
L’obiettivo era quello di affermare un brand sartoriale Made in Italy, come si faceva una volta, negli anni ’50 hanno iniziato in Italia questi piccoli atelier che nel tempo si sono affermati a livello internazionale. Io credo che in questo momento storico sia molto importante ricalcare i passi della storia della moda italiana, perché la chiave per il futuro è
ricominciare a fare delle cose artigianali, di ricerca, per essere valorizzati e differenziarsi dai marchi di aziende di grande distribuzione. Io realizzo dei pezzi unici, con l’aiuto di mia madre, studio molto il cliente, anche a livello psicologico, lo incontro diverse volte, è una consulenza personalizzata, sia riguardo la sua immagine che la fisicità. Credo che questo sarà il futuro della moda. A me piace lo stile ricercato, l’eleganza, mi piacciono i tessuti molto belli, utilizzo quelli naturali, sete, broccati, lane, viscose, soprattutto io studio anche i ricami, le stampe personalizzate. I clienti si innamorano dei tessuti, suscitano interesse perché in giro non si trovano. Adesso non esiste nel mercato uno stile così prezioso, io vado ad esempio a Parigi a prendere i pizzi, in Spagna per il wedding. A volte i miei clienti dicono che i miei abiti sembrano dei quadri, vengono esposti in modo artistico, quindi il vestito può suscitare delle emozioni e delle suggestioni, come un quadro o una scultura.
Sia a Milano che a Roma ci sono eventi dove si uniscono varie forme d’arte, tra cui la moda. Inoltre ho partecipato al Festival dell’Italia e dell’Uzbechistan, che si è svolto a Pesaro, all’Alexander Museum Palace, che è un hotel-galleria d’arte, dove in ogni stanza c’è un pittore che espone i propri abiti e all’interno dell’hotel c’è una sala dove si svolgono ogni settimana questi eventi. Nel corso di questa iniziativa, in cui c’era questo gemellaggio tra l’Italia e l’Uzbechistan, oltre ad artisti di vari generi c’era anche la sezione moda. Sono stata selezionata, eravamo 5 stilisti e abbiamo sviluppato i nostri concetti ed è stato bellissimo, perché hanno riconosciuto il nostro valore di artisti, il festival ha avuto anche una risonanza mediatica molto grande, pure all’estero. Quest’anno gli organizzatori hanno deciso di fare l’evento a Pesaro per valorizzare anche l’Italia, e i partecipanti sono arrivati da tutta Europa. Adesso anche a Roma faranno questi spazi temporanei con gli artisti, le chiamano gallerie d’arte.
Qual è lo stile che contraddistingue le sue creazioni?
Lo stile va al di là del tempo, l’abito non passa di moda, ho clienti che indossano i miei abiti da 5 o 6 anni, ho sempre utilizzato dei colori molto forti, accesi, ho cercato di indirizzare il cliente ad osare un po’ di più, con le stampe, con i colori, con i broccati, insieme al cliente scegliamo le linee. Voglio creare abiti che si possano mettere in varie situazioni e che non passino di moda. Ad esempio se al cliente sta bene il tubino ne posso realizzare diversi a seconda delle occasioni, per un cocktail o un vernissage, etc. Il concetto è quello di creare un abito che si possa mettere in varie situazioni e che non passi di moda. Io mi ispiro a delle icone, donne che hanno fatto la storia nella moda: Jacky Kennedy, Audrey Hepburn, fino a Grace Kelly. Io ho sempre creduto nell’eleganza, ritengo che si sia fermata a quell’epoca, perché dagli anni ’80 fino ad oggi la femminilità si è persa di vista, la donna ha iniziato a vestirsi con abiti da uomo, jeans, tute larghe, a me non piace quello stile. Come riferimento ho preso quelle tre icone, che esprimono femminilità e questo è piaciuto alle mie clienti. Bisogna valorizzare il fisico della donna e la sua femminilità. Noi spesso creiamo degli eventi con dei parrucchieri, dei make up artists, per studiare dei look, così la donna si rivede in un total look, dai capelli al trucco e riesce a capire quale è il suo mood, rimane contenta, è un evento che coinvolge, la gente ti segue e continua a chiedere consigli e informazioni, è divertente, bisognerebbe secondo me riuscire a farlo in tutte le città. Lo abbiamo organizzato a Milano, nel Salone Rubertelli, un salone di bellezza che esiste dagli anni ’60, ricevevano le star del cinema americano, le cantanti, è un salone storico. Adesso ogni mercoledì fanno questa serata che unisce la moda all’estetica, con grande successo, perché c’è stato un grande interesse, sono stati selezionati dei capi in base allo stile di questo salone, che è classico ma ricercato. Io ho realizzato dei capi particolari, come dei pantaloni a tre quarti con un tessuto di broccato, le gonne a palloncino, che in giro si fa fatica a trovare. Per ora sta andando bene, è una formula che funziona, si fanno anche le degustazioni di vini, di prodotti del territorio, è un connubio che funziona tantissimo, il fatto di unire le eccellenze delle varie categorie.

Può descrivere la collezione Fall Winter 2016/2017?
Mi identifico molto in questa collezione, quest’anno ho potuto esprimere il mio pensiero, quello che sento. La collezione ha avuto un gran successo, ho ricevuto dei grandi apprezzamenti, molte persone hanno richiesto questo stile, magari rielaborandolo in modo personalizzato, le forme geometriche piacciono molto. Le mie clienti sono donne molto formose, dai 40 anni in su. Ho intitolato questa collezione “L’eleganza nella quotidianità”, non è da sera, sono abiti che si possono indossare anche in ufficio, come pure per l’aperitivo o la sera, senza essere volgare, gli abiti non sono mai troppo corti o senza maniche.
Quali sono state le sfide più difficili da affrontare?
Far capire a certe persone il valore del fatto a mano, perché la gente è abituata all’industrializzazione, non conosce le tipologie di tessuto, è poco informata. Le difficoltà sono state grandi, perché c’erano dei comportamenti di diffidenza. Adesso il mio lavoro viene valorizzato, ricevo proposte dagli showroom, sono interessati a valorizzare questi prodotti.
Quali sono state le più grandi soddisfazioni?
Entrare in questi circoli ristretti, ad esempio quando ho esposto a Milano al Palazzo delle Stelline, accanto alla Bocconi, ho venduto molti abiti. Le soddisfazioni maggiori le ho avute con clienti esteri, loro riescono a riconoscere il valore del prodotto, sono più avanti a livello mentale, in particolare la Francia, il Belgio, anche perché loro sono produttori di tessuti raffinati, poi anche gli americani.
Quali sono i suoi progetti futuri?
Sono stata contattata per presentare la collezione Primavera/Estate a Brera, sarò a contatto con l’estero, perché questa boutique lavora con clienti internazionali.
A Milano, nel Salone Rubertelli, che esiste dagli anni 70, c’è il parrucchiere, massaggi, hanno inserito degli spazi con dei brand emergenti ed io sono stata selezionata anche per gennaio.
Le tre caratteristiche con cui si descriverebbe?
L’eleganza, la creatività, ovvero la possibilità di creare senza limiti, senza paletti e infine la determinazione, perché anche nei momenti difficili sono riuscita a far emergere il mio stile, nonostante le delusioni.

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