
«Stefano, amico mio. Suona anche lassù». Un semplice messaggio affidato ai social attraverso il proprio profilo Twitter per comunicare che Stefano D’Orazio, 72 anni, batterista dei Pooh, non c’è più. A comunicarlo è Bobo Craxi. D’Orazio è stato uno dei componenti storici della band pop rock più amata d’Italia. Lo conosciamo tutti come il batterista del gruppo, ma in realtà ha ricoperto diversi ruoli: anche il cantante e soprattutto il paroliere del gruppo per moltissime canzoni.
Il mondo della musica è sotto shock. Una notizia che arriva improvvisa e che conferma il momento funesto per l’arte italiana, soltanto pochi giorni dopo la morte di Gigi Proietti. Dopo il tweet di Bobo Craxi, è arrivato anche Red Ronnie a confermare la notizia: “È volato nell’altra dimensione”. Anche Giorgio Panariello, Loretta Goggi e Vincenzo Salemme in diretta a Tale e Quale Show hanno dato la notizia: “Sapere della sua scomparsa così è stato un trauma. Non sapevo che avesse una malattia pregressa. Il Covid ha colpito ancora”.
L’8 settembre 1971 entra a far parte dei Pooh, sostituendo Valerio Negrini. Da quel momento comincia una grandissima avventura al fianco dei suoi compagni: Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli. Per i Pooh è stato batterista, voce e paroliere. Ha interpretato e scritto Tropico del Nord, La mia donna, il giorno prima, Se c’è un posto nel mio cuore. Quest’ultima canzone sarà anche la sigla del Processo del lunedì.Stefano D’Orazio lascia i Pooh nel settembre del 2009 dopo un tour di 38 date. Rientra in formazione con la reunion del 2015 scrivendo altri tre testi: Tante storie fa, Le cose che vorrei e Ancora una canzone.