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MarcoStefano Gallo autore de “Lo strano caso del Rêverie”

Una favola raccontata ai bambini per dare un messaggio agli adulti

È una favola moderna, con tanto di morale e lieto fine, sulla diversità e sul rispetto dell’ambiente dove un gruppo di animali parlanti vive, attraverso la penna dell’autore, con sentimento, rispetto, lealtà e solidarietà. Questi animali piangono, amano, ridono, sognano e, avvicinandosi alle fattezze umane, ci ricordano ciò che abbiamo disimparato a fare: meravigliarci per quello che ci circonda!!  L’ho raggiunto al telefono e questo è quello che ci siamo raccontati.

In breve chi è MarcoStefano Gallo? Descriviti con tre aggettivi.

Tenace, sognatore, ambizioso. Penso che siano caratteristiche fondamentali per chi vuole fare della scrittura il proprio lavoro.

Quali sono le letture che hanno accompagnato la tua adolescenza?

La mia adolescenza è stata accompagnata soprattutto dai fumetti: Topolino, Paperino Mese, Lupo Alberto (quanto adoravo quel formato a strisce!) fino poi ad arrivare a Diabolik e il mio adorato Dylan Dog. Ho iniziato a leggere i romanzi classici (I promessi sposi, I Malavoglia e via discorrendo) in versione a fumetto, grazie al “Giornalino”, un periodico di cui non ho perso un numero. Mi sono avvicinato ai romanzi comunemente intesi tardi, salvo poi non lasciarli più.

 

Hai un posto in cui ami scrivere, comporre o un momento particolare della giornata?

Contrariamente al luogo comune che vuole lo scrittore comporre di notte, io preferisco le prime luci dell’alba: è quello il momento della giornata in cui tutto appare possibile, e dunque il migliore per fermare i propri sogni su carta.

Quanto è difficile far diventare una passione in un lavoro?

Sono pochi gli scrittori che riescono a vivere solo con quel che scrivono. È difficile, ma non impossibile. Per arrivare a questo obbiettivo però ci vuole tanta pazienza, studio ed un pizzico di fortuna. Le batoste lungo il cammino sono tante, ma l’importante è rialzarsi più forti di prima. Solo così si raccolgono risultati.

 

Da poco è stato pubblicato il tuo primo romanzo per ragazzi: “Lo strano caso del Rêverie, perché secondo te dovremmo leggerlo assolutamente?

Perché, come tutte le avventure destinate ai ragazzi, ci si diverte e si riflette, e ci si ricorda che l’impossibile non esiste. E poi è un romanzo dal ritmo serrato, esilarante ed anche un po’ malinconico, con personaggi che non si dimenticano facilmente.

Hai scritto una favola moderna, un libro per bambini ma che insegna ai grandi. Qual è il messaggio che vuoi lanciare?

I temi toccati dal romanzo sono molto seri (come accade in tutti i romanzi per bambini/ragazzi): Il rispetto per l’ambiente, per la diversità. La piaga del bullismo e di un mondo che vuole i prepotenti come immagine vincente. E poi un qualcosa di fondamentale: se non si è uniti, non si risolvono i problemi.

Da quanto tempo era nel cassetto questo romanzo?

Il romanzo è stato scritto nel 2016, ho esitato un po’ prima di proporlo ai vari editori. Ma poi, come sempre capita, per caso ho deciso di buttarlo nella mischia, ed è andata bene.

Hai pubblicato con la casa editrice ScatoleParlanti in edizione cartacea ma tu cosa ne pensi delle versioni e-book?

Io adoro gli e-book, sono economici e pratici. Certo, la carta è un’altra cosa, ma sono un’alternativa importante per chi ha problemi di spazio o magari viaggia molto. Io stesso, leggendo dappertutto, trovo molto comodi gli e-book. Non escludo che anche “Lo strano caso del Rêverie” lo possa diventare.

Tu non sei solo uno scrittore ma anche un musicista, giusto?

Esattamente, sono autore e cantante dei Noir Col (www.noircol.com). Sono due passioni che si intersecano in maniera armonica, tanto che spesso si fondono piacevolmente. Anche nel campo musicale la trafila da seguire è la medesima: pazienza, abnegazione e farsi trovare sempre pronti.

 

Il tuo ultimo romanzo è stato pubblicato a febbraio 2020, in pieno lockdown, come ti sei organizzato per promuoverlo?

Inizialmente è stato un bel colpo, perché ho dovuto annullare molti appuntamenti già fissati prima dell’uscita del romanzo. Successivamente, anche per spirito di sopravvivenza, grazie alle radio e alla possibilità di usufruire delle piattaforme social per le “dirette”, ho cercato di far conoscere il più possibile il romanzo e i suoi protagonisti. Devo dire che, nella sua particolarità, non è stato un viaggio spiacevole. Ma non per questo vorrei ripetere la cosa!

 

Sei alla tua settimana pubblicazione ma cosa provi quando hai la prima copia dei tuoi libri tra le mani?

È sempre una grande emozione vedere i tuoi sogni che prendono forma. Può sembrare banale, ma quando vedi per la prima volta la copertina e tieni in mano quella meravigliosa carta color avorio, dimentichi di tutta la fatica fatta per scrivere e trovare un editore. Sono momenti come questi, insieme al confronto con i lettori, che ti fanno andare avanti con sempre più entusiasmo.

 

Come e dove ti vedi tra qualche anno?

Il mio auspicio è quello di essere sempre perso tra parole da cantare e scrivere. Non so immaginare un futuro diverso, anche perchè non credo ci sia qualcosa di più bello al mondo che scrivere.

 

Hai già qualcosa in cantiere?

Si, nella seconda parte del 2021, a pandemia si spera finita, uscirà un romanzo a cui tengo molto, e che non vedo l’ora di avere tra le mani. Ma prima bisogna che tutto torni alla normalità, perché ho la necessità di viaggiare e presentare il romanzo in più posti possibili, come faccio dal 2007. Incontrare i lettori è uno dei motivi per cui si scrive, non si può stare a lungo senza questo.

E ora come diceva il tanto amato Gigi Marzullo fatti una domanda e datti una risposta.

  • Domanda: Marcostefano, continuerai in un futuro a scrivere romanzi per ragazzi dopo la parentesi de “Lo strano caso del Rêverie”?
  • Risposta: Certamente, non bisogna mai metter da parte per troppo tempo il bambino che è in noi!

 

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