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I 90 anni della simpatica Canaglia !

Jean Paul Belmondo A 90 anni dalla nascita del popolare attore francese

(Parigi)-In un mondo ideale, è bello chi ha gli occhi azzurri e il profilo greco. Ma la Parigi degli anni Sessanta era molto di più che un mondo ideale. Eccoti allora che un naso storto diventa l’attributo più celebre di uno dei maggiori sex symbol: l’attore Jean-Paul Belmondo, vera e propria leggenda del cinema francese, scomparso a 88 anni nella sua casa parigina, secondo quanto rivela l’avvocato. Più di sessant’anni di carriera per 80 film interpretati tra i quali figurano pietre miliari della Nouvelle Vague come Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard e La mia droga si chiama Julie di Francois Truffaut.

Popolarissimo in Francia ma anche in Italia, Jean Paul Belmondo il 9 aprile 2023 avrebbe compiuto 90 anni. Nonni italiani, lui piemontese e lei siciliana, e genitori francesi (entrambi artisti), dopo un breve apprendistato in teatro, esordisce nel cinema nel 1956 ma già nel 1959 gira A doppia mandata diretto da Claude Chabrol e l’anno successivo è nel cast de  La ciociara di Vittorio De Sica. Ma il film che lo consacra come uno degli attori più amati dal pubblico francese è Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard. Nel 1961 recita in Léon Morin, prete e nel 1962 ne Lo spione, entrambi firmati da Jean-Pierre Melville, maestro di noir.

Renato Castellani lo scrittura nel 1963 per interpretare il ruolo di un marinaio livornese accanto a Gina Lollobrigida in  Mare matto . Nello stesso anno recita nel film drammatico Lo sciacallo con un’altra attrice italiana, Stefani Sandrelli.Il grande successo internazionale arriva nel 1970 con  Borsalino che Belmondo interpreta in coppia con Alain Delon, mentre nel 1974 lavora con Alain Resnais in Stravisky il grande truffatore. Nel corso degli anni Settanta si specializza nei film di genere poliziesco, esprimendo tutta la sua fisicità facendo anche a meno della controfigura. Nel frattempo lavora con altri registi come Henri Verneuil, Phillippe Labro, Philippe de Broca, Jacques Deray.

Il suo aspetto non convenzionale – naso schiacciato, labbra carnose e struttura muscolosa pronunciata – gli ha permesso di interpretare tutti i ruoli con grande versatilità, dal farabutto al poliziotto, dal ladro la prete, da Cyrano de Bergerac (a proposito di naso) ad agente segreto. Belmondo era anche un atleta dotato che non esitava a fare a meno della controfigura nelle scene più pericolose. Nato a Neuilly-sur-Seine, nei sobborghi di Parigi, da Paul Belmondo, scultore di origini italiane, e dalla pittrice Sarah Rainaud-Richard, gioca a calcio e si allena come pugile prima di lasciare la scuola all’età di 16 anni. Siamo negli anni Cinquanta e il ragazzo capisce che nella vita vuole fare altro: si diploma così, al secondo tentativo, al Conservatoire national supérieur d’art dramatique dandosi subito al teatro, tra Moliere e Rostand. Tra i suoi docenti trova Pierre Dux che lo invita a non farsi illusioni: la sua carriera da protagonista era condannata a causa del suo aspetto. La gente sarebbe scoppiata a ridere se avesse visto un’attrice tra le braccia di un tizio col naso di Belmondo, disse Dux. Le ultime parole famose.

Il giovane inizia a recitare in piccoli teatri di provincia e nel 1958 cattura l’attenzione dell’aspirante regista Godard a Parigi che gli chiede di apparire in un cortometraggio, Charlotte et son Jules. All’inizio, Belmondo non prende Godard sul serio. «Ne parlai con mia moglie e lei mi disse: “Fai pure. Se Godard ti infastidisce, dagli un pugno”», racconterà un giorno al Liberation. Avrà il suo primo ruolo importante dal regista Claude Sautet in Asfalto che scotta (1960) in cui recita accanto a Lino Ventura nel 1960. Apparirà anche ne La ciociara (1960) di Vittorio De Sica. Lo stesso anno, Godard lo richiama per Fino all’ultimo respiro, il manifesto della Nouvelle Vague francese. Il movimento, che includeva anche Truffaut e Chabrol, raggruppava cineasti della fine degli anni Cinquanta e Sessanta che ribaltavano gli schemi narrativi tradizionali (quelli del cosiddetto cinéma de papa) per un nuovo, sfrontato approccio: eccoti Belmondo e l’attrice americana Jean Seberg che guardano direttamente in camera.

Belmondo diceva spesso che aveva recitato nel primo film di Godard e avrebbe recitato anche nell’ultimo. Ma in verità ha lavorato praticamente con tutti. Dopo il grande successo di Fino all’ultimo respiro, sarà al centro di drammi (Leon Morin, prete), film d’essai (Moderato Cantabile) e blockbuster (Cartouche). In Quando torna l’inverno di Henri Verneuil impressionò il leggendario Jean Gabin: «Verneuil non mi dirà più: “Se solo avessi un giovane Gabin”. Adesso e l’ha!», commentò Gabin dopo la prima. La sua decisione di spostarsi dal cinema d’autore a pellicole più commerciali, negli anni Sessanta, gli inimicò più di un critico. Usciranno comunque pellicole godibilissime come Borsalino, dove divide la scena con Alain Delon, l’altra icona del cinema francese del periodo, lui sì con gli occhi azzurri e il profilo greco. Ci vorranno gli anni Ottanta e il ritorno al palcoscenico per riconquistare i critici dubbiosi. Sul suo rapporto con gli esemplari di questa particolarissima specie, in ogni caso, amava tagliare corto: «Quando un attore ha successo, la gente gli volta le spalle e dice che ha preso la strada più facile, che non vuole fare uno sforzo o correre dei rischi. Ma se fosse così facile riempire le sale, il mondo del cinema sarebbe molto più sano di quanto non sia. Non credo che sarei rimasto così a lungo sotto i riflettori se avessi fatto una schifezza qualsiasi. La gente non è così stupida». Diremmo proprio di no, caro Jean-Paul.

Un’ischemia cerebrale, che lo colpisce nell’estate del 2001, lo tiene lontano dalle scene per sette anni. Torna a recitare nel 2008 nel remake francese di Umberto D nei panni del protagonista. Nel 2011 il Festival di Cannes gli assegna la Palma d’oro e nel 2016 la  Mostra del Cinema di Venezia celebra la sua straordinaria carriera con il leoe  d’oro  . . Un uomo forte, affascinante e leale che va a Marsiglia per aiutare l’amico Xavier Saratov ad uscire di galera e mettersi in affari con lui.

 

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