TORNA LA BOSCHI ?
Un rimpasto per salvare il Governo, parte il toto ministri: Boschi alla Difesa e Guerini all'Interno
(Roma)-La pace tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte potrebbe scoppiare sulla base di un robusto rimpasto di governo che vedrebbe Maria Elena Boschi diventare ministra della Difesa e Lorenzo Guerini approdare al ministero dell’Interno al posto di Luciana Lamorgese. Questa è l’ultima ipotesi di accordo disegnata dai retroscena dei giornali mentre il leader di Italia Viva suggerisce invece l’ipotesi che il premier si stia accordando per farsi salvare da Silvio Berlusconi.
In un’intervista rilasciata oggi a Repubblica Renzi dice che arrivare a una conta in aula sul governo è “un errore politico e un azzardo numerico”. Ma per il leader di Italia Viva a risposta del premier Giuseppe Conte è stata “sprezzante e sorprendente: ci vedremo in Parlamento, ha detto” perché “evidentemente è già convinto di avere i voti in aula, forse di Forza Italia: mi sembra un errore politico e un azzardo numerico. Ma auguri a lui e all’Italia”, ha aggiunto. Per l’ex premier non ci sono i numeri per sostituire Italia viva al Senato: “È più facile che Salvini ne rubi altri tre al M5s che il contrario”, ha assicurato. Renzi non ha gradito neppure il post di Conte che sembrava aprire a Italia viva: “Quando la smetterà di scrivere post retorici e inizierà a confrontarsi sui problemi di merito facendo davvero politica, ci troverà a fare l’interesse l’interesse dell’Italia e degli italiani. Basta che faccia presto perché non c’è più tempo”. Quanto all’ipotesi che si vada a elezioni, per il leader di Iv non esiste che “il Pd si suicidi in nome della difesa di un premier che ha firmato con Salvini i decreti sicurezza e che si è proclamato populista e sovranista al fianco di Trump”.
Intanto le tappe per la crisi sono segnate: martedì il Recovery Plan, poi il tavolo per il patto di legislatura e un corposo rimpasto. Giuseppe Conte, in asse con il Pd, ha messo sul tavolo la proposta. Se Iv la respingerà – è il sottotesto – è pronta la sfida in Aula, in nome del “bene comune” e del servizio al Paese. Il messaggio di Conte è “di apertura”, assicurano dal governo. Ma i renziani lo leggono come una chiamata ai “responsabili”, più che a Iv. I renziani invocano “risposte” e il testo del Recovery in fretta, perché si vada in Cdm e in Aula. Sugli altri temi, scrive l’agenzia Ansa, un documento di trenta punti sarebbe stato consegnato nei giorni scorsi dal Dem Goffredo Bettini al premier Conte per conto di Renzi, con indicati nodi che andrebbero dal fisco alla revisione del reddito di cittadinanza, dalla giustizia ai cantieri. Il Pd, ma anche il M5s e Leu, spingono per l’accordo, senza più rinvii. Ma soprattutto provano a spuntare le armi al logoramento di Renzi: l’apertura sui contenuti, assicurano, è amplissima. Tanto che c’è chi non esclude una discussione anche sulla richiesta di almeno una parte del Mes.
Intanto un retroscena del Corriere della Sera a firma di Alessandro Trocino racconta che il rimpasto che potrebbe portare al varo del Conte-Ter va verso l’entrata di nomi renziani di spicco al governo come quello di Maria Elena Boschi, che andrebbe al ministero della Difesa spostando il Pd Lorenzo Guerini al Viminale, da dove verrebbe sfrattata nonostante l’ottimo lavoro Luciana Lamorgese. Le Infrastruttre invece potrebbero finire ad Ettore Rosato e così diventerebbero due i ministeri di peso incassati da Iv. E arriverebbero anche altri cambi: Si parla anche di un ruolo per l’altro capogruppo pd, Andrea Marcucci, al Senato, considerato ancora troppo vicino ai renziani e quindi destinato a una sorta di promozione-rimozione. Basta così? No, perché secondo La Stampa, che cita fonti vicine a palazzo Chigi, “Renzi vorrebbe un posto per sé: la Farnesina di Di Maio. E Conte non ha alcuna intenzione di concederla, perché l’operazione spaccherebbe il Movimento e porterebbe Renzi a sedere in Consiglio dei ministri. Il veto, al momento, è assoluto”. E la crisi è ancora lì, nelle stanze di Palazzo Chigi.
Tanto che c’è chi non esclude una discussione anche sulla richiesta di almeno una parte del Mes. È l’ultima chiamata, sembra avvertire il premier in un lungo post su Facebook. Al centro Conte pone il piano vaccini (“Siamo primi in Europa”) per un Paese «sfibrato» e la cui «tenuta» è «a rischio». Arriverà già la prossima settimana in Cdm, annuncia, non solo un Recovery plan che è patrimonio «di tutto il Paese» ma anche un nuovo scostamento di bilancio – che dovrà essere votato a maggioranza assoluta in Parlamento – per finanziare un altro decreto ristori. La mano tesa è nel lavoro in corso per recepire le richieste dei partiti sul Recovery, con un rafforzamento del capitolo sanità (per ‘sminare’ il Mes), ma anche di quelli scuola e digitalizzazione delle imprese. Ed è nella volontà dichiarata di «rafforzare la coesione delle forze di maggioranza e la solidità della squadra di governo» (i partiti leggono: rimpasto). Sulla base del «contributo di tutti» i partiti il premier annuncia che sta preparando «una lista di priorità» per il prosieguo della legislatura. Ma poi c’è l’avvertimento sgradito ai renziani: a chi gli chiede «pazienza», il premier dice di essere «impaziente» di lavorare «per il Paese».