Salerno – Bielorussia, una lotteria solidale in aiuto dei migranti
Una lotteria solidale realizzata a Salerno per sostenere i rifugiati al confine tra Bielorussia e Polonia
Una lotteria solidale realizzata a Salerno per sostenere i rifugiati al confine tra Bielorussia e Polonia. A promuoverla due associazioni Marea e Legambiente circolo Orizzonti di Salerno. Insieme per aiutare chi vive una attesa infinita, sperando di attraversare la frontiera e arrivare finalmente in Europa. A raccontare la lotteria e l’utilizzo dei fondi raccolti, Rosita Gigantino, volontaria di Marea.
Rosita perchè una lotteria?
Come circolo Arci Marea insieme a Legambiente Salerno abbiamo deciso di fare la nostra parte, aiutando i rifugiati che vivono al confine tra Bielorussia e Polonia e che attendono e provano ad entrare in Europa. Il 16 novembre 2021 vi erano 4000 persone ammassate alla frontiera, bisogna fare qualcosa.
Come vi siete organizzati?
Abbiamo sviluppato una raccolta fondi con una lotteria che ci permettesse di raccogliere fondi utili alla causa. L’impennata dei casi covid-19 ci ha rallentato nell’attività di promozione, ma l’iniziativa è andata oltre le nostre aspettative. Abbiamo assegnato anche dei premi, grazie al supporto della pizzeria Resilienza e la cooperativa Stalker che ha messo a disposizione i suoi prodotti.
Il nostro è un lavoro di rete: volontariato, impresa e cittadini dove ognuno ha fatto la sua parte.
Quanto avete raccolto?
2945 euro. I fondi raccolti sono destinati ad una operatrice umanitaria Nawal Sufi che da mesi opera su quell’area di confine. Nawal si occupa di aiutare e supportare i rifugiati presenti al confine, li incontra nelle foreste limitrofe, porta loro cibo, abiti puliti, coperte.
Come controllate le spese?
In modo semplice, Naval ci spedisce a mezzo messaggi le foto degli acquisti e dei movimenti economici: scontrini e fatture. A volte si prenota una stanza in albergo o ostello per far dormire al caldo le famiglie con bambini o si paga una corsa in taxi.
Noi non riusciamo ad immaginare cosa sia l’inverno a quelle latitudini, in una foresta, al freddo senza un tetto dove ripararsi, senza cibo, acqua. Nival ci ha raccontato che alcuni per bere utilizzano i loro calzini per ripulire l’acqua che trovano nella foresta.
Ovviamente su quell’area ci sono diversi operatori di ONG come Amensty International e la Comunità di Sant’Egidio e i cittadini del posto che fanno la loro parte. Molti la sera accendono una luce verde per dare il segnale di ospitalità per fare una doccia, ricevere un pasto caldo o un posto dove dormire.
Quanti e chi sono queste persone che si ammassano al confine?
Sono persone che scappano da guerra, fame e disperazione. Si muovono dai loro paesi di origine come: Afghanistan, Siria, Birmania. Macinano molti chilometri per arrivare alle porte dell’Europa,
Cosa fanno queste persone al confine?
Aspettano di ricevere accoglienza dall’Europa, aspettano una vita migliore, molti fanno richiesta di rifugiati politici. Attendono al freddo, davanti al fuoco nel migliore dei casi in attesa di passare il confine mentre l’inverno imperversa.