
Tinto Brass festeggia 90 anni.Il re del cinema erotico italiano è nato a Milano il 26 marzo 1933. Da giovane ha lavorato con Rossellini ma anche con i fratelli Taviani e Fellini, le cui lezioni hanno influenzato in parte il suo amore per la vita e per le gioie del sesso. Con il film “La Chiave” del 1983, il regista si è aggiudicato il titolo di maestro dell’eros sul grande schermo. Nel cast una indimenticabile Stefania Sandrelli.
Regista controcorrente
Fautore della libertà esistenziale non è un caso che il suo film di debutto “In capo al mondo” del 1963 sia stato bocciato dai censori dell’epoca, che gli imposero di rigirare la pellicola da capo. Il film narrava le gesta di un giovane anarchico che stentava ad integrarsi nella società con una insofferenza verso il potere. Per protesta Brass cambiò solo il nome del suo primo lungometraggio con “Chi lavora è perduto”. Per una decina di anni il regista continua a firmare una serie di pellicole di vario genere da “Col cuore in gola” del 1967 a “La vacanza” del 1971 ultimo film brassiano non incentrato sull’erotismo.
Deciso ad abbandonare il cinema “serio”, o “serioso” come dice lui, per dedicarsi al cinema erotico, è con la “La Chiave” del 1983, tratto dal romanzo omonimo dello scrittore giapponese Jun’ichirō Tanizaki, che Brass diventa il maestro del cinema erotico italiano, spostandosi poi sempre più verso una trattazione sempre più disinvolta dei tabù dell’erotismo. Nel cast una indimenticabile Stefania Sandrelli.
Questa pellicola, che ebbe un buon successo di pubblico e di critica, fece entrare il regista nell’olimpo di questo genere cinematografico, rendendo però molto controversa la sua figura specialmente tra alcune femministe che gli rimproveravano una certa considerazione della donna come oggetto, e le classi sociali più tradizionaliste. Puntualmente accompagnati da un alone di scandalo escono poi “Miranda” (1985) con Serena Grandi, rivisitazione de “La locandiera” di Goldoni, e “Capriccio” (1987) con Francesca Dellera.
Dopo un break dal cinema erotico arriva “Paprika” (1991), che lancia Debora Caprioglio, e “Così fan tutte” (1992) con l’esordiente Claudia Koll. Le piccanti discussioni e le roventi polemiche suscitate dai suoi lungometraggi contribuiscono a rendere famose le sue attrici protagoniste.
Sono gli anni di maggiore successo per il regista. A cominciare da “L’uomo che guarda” (1994), liberamente tratto da un romanzo di Alberto Moravia, l’interesse del pubblico per i suoi film sembra invece scemare. Segue la commedia erotica autobiografica “Fermo posta Tinto Brass” (1995) in cui è anche attore come in molti dei suoi film, “Monella” (1998) dove si riprendono parti dello script di “Il macellaio e la fornaia”, “Tra(sgre)dire” (2000) e “Senso ’45” (2002) con Anna Galiena, rilettura in chiave erotica, ambientata a Venezia nel 1945, del racconto di Camillo Boito “Senso”, da cui Luchino Visconti aveva tratto nel 1954 l’omonimo film.
A 70 anni gira “Fallo!” (2003), film a episodi d’ispirazione boccaccesca che in quanto a trama non si differenzia molto dagli altri. Il successivo “Monamour” del 2005 esce direttamente in DVD l’anno successivo. Nel 2013 viene proiettato alla 70ª Mostra del Cinema di Venezia il documentario “Istintobrass”, realizzato dal suo collaboratore storico Massimiliano Zanin.
Le muse di Brass
Dalla Sandrelli passando per Claudia Koll, Anna Ammirati, Anna Galiena, Deborah Caprioglio, e poi Francesca Dellera, Serena Grandi, Brass ha lanciato nell’Olimpo delle star del cinema erotico molte attici. Delle sue “donne” ha sempre prediletto il lato B, condizione quasi essenziale per entrare di diritto in un suo film. Ed è così che il regista ha lanciato Anna Ammirati e Claudia Koll, tra le altre, famose per la loro conturbante bellezza. Sensuali e bellissime, ma anche misteriose ed eleganti: le muse di Tinto sono donne molto diverse fra loro, unite da una femminilità spiccata, da una grande forza e voglia di libertà.
Di alcune di loro, al Corriere di Venezia, il regista ha detto: “Anna Ammirati. Bravissima. Ha detto che verrà presto a trovarmi, non mi ha mai rinnegato. Mi ha sempre amato. Stefania Sandrelli. Grandissima attrice. Per La Chiave mi proposero Sandrelli che era un po’ dimenticata. Con me è stata bravissima. È venuta poco tempo fa, è stato un pomeriggio emozionante. Deborah Caprioglio. Ho litigato con la mia prima moglie per lei. Era molto calorosa e simpatica. E libera, molto libera. Anna Galiena. Non mi ha amato. Nel primo giorno di riprese, alla fine della prima scena io le ho messo le mani sul seno, le mi ha fulminato. Il film è andato avanti lo stesso, ma il rapporto non ha funzionato. Eppure era stata lei a proporsi”.
Problemi di salute
Quattro anna fa il regista era stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Sant’Andrea di Roma a causa di una febbre improvvisa. Nel 2010 Brass era stato colpito da ictus.