Il musical su Michael Jackson debutta a Broadway
Prince Michael, Paris e Blanket Jackson hanno assistito alla prima mondiale di "MJ"
(New York)- Ha debutto al Neil Simon Theatre di Broadway, a New York, “MJ: The Musical”, lo spettacolo che raccontata la vicenda di Michael Jackson ai tempi del tour di “Dangerous”, nei primi anni 90. Alla prima erano presenti tutti i figli della popstar scomparsa nel 2009: Paris, Prince Michael e Blanket. Quest’ultimo però ha preferito sottrarsi ai flash dei fotografi anche se è stato visto uscire da teatro insieme ai fratelli.
Lo spettacolo, che ha per protagonista Myles Frost nei panni di MJ, è finito nel mirino dei critici per il fatto che non prende per nulla in considerazione le accuse di abusi sessuali che proprio in quegli anni iniziarono a minare l’immagine del re del pop. D’altro canto il musica diretto e coreografato da Christopher Wheeldon si concentra soprattutto sulla musica, con la proposizione di 25 tra le maggiori hit di Jackson.
Broadway naviga a vista, ma i fan di Michael Jackson non demordono. Agghindati con le giacche rossa di Thriller o gli strass di Billie Jean, da ormai due settimane riempiono ogni sera le 1362 poltrone della sala nonostante già solo per mostrare il green pass tocca affrontare una fila che fa il giro dell’isolato. Pronti ad applaudire ogni scena dello show da 22 milioni di dollari prodotto dalla Micheal Jackson’s Estate che scandaglia la vita dell’artista alla ricerca dei responsabili della sua infelicità. Gli esordi coi Jackson Five di cui era vocalist e star indiscussa, costretto coi fratelli a interminabili prove dal manesco papà Joe. E poi la dipendenza dal Demerol, l’antidolorifico propinatogli per farlo andare sereno in scena, assunto in dosi sempre più massicce fino a determinarne la morte, il 25 giugno 2009. Fino ai guai economici che lo spinsero a ipotecare pure Neverland: la tenuta alla periferia di Los Angeles dove ospitava un intero zoo. Senza dimenticare l’ossessione dei giornalisti per la sua vita privata, pronti a chiedergli di tutto, fuorché della musica.
Tutti cattivi, insomma: tranne Michael, il tenore con un estensione vocale da 3 ottave e mezza, l’abilissimo ballerino capace di rivoluzionare la danza moderna, che sognando di essere Peter Pan ospitava ragazzini nel suo letto. Delle accuse di molestie non si fa mai parola: grazie all’espediente di ambientare la vicenda nel 1992, cioè l’anno prima elle denunce. Lo show, d’altronde, avrebbe dovuto debuttare tre anni fa: ma un documentario concentrato proprio sugli abusi (sempre negati dall’artista e dai suoi eredi) intitolato Leaving Neverland e presentato al Sundance nel 2019, ne ha fatto slittare la messa in scena fino a ora. Convincendo gli autori a cambiarne anche il titolo, preferendo il conciso MJ, all’originale Don’t Stop ‘Til You Get Enough cioè “non fermarti finché non ne hai abbastanza” (il suo primo singolo entrato in hit parade, era il 1979) per non dar spazio ad ulteriori ambiguità.