Approfondimenti

La pizza al tempo del Covid-19. Cosa dicono gli operatori del settore?

Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Mansi (Italia), Anna Carla Zucchini (Spagna) e Antonio Paradiso (Messico).

Tra i prodotti gastronomici più consumati al mondo, troviamo una delle eccellenze
della cucina italiana… la Pizza. Ma come stanno le cose al tempo della Pandemia in
Italia e nel Mondo?
Secondo gli ultimi dati statistici, in Italia, il settore delle pizzerie ha subito danni
molto ingenti. Danni in minima parte contenuti grazie alla possibilità di poter
lavorare con l’asporto. Ma si tratta di una situazione che, in ogni caso, resta molto
complicata per gli operatori che tra mille difficoltà, non mollano e vanno avanti. In
questo strano anno tra restrizioni e lockdown, molti di noi si sono cimentati a fare le
pizze in casa, mostrando con orgoglio il risultato sui Social Media (Ricordiamo la
corsa agli approvvigionamenti di farina e lievito). Perché la Pizza è un nostro
Patrimonio culturale oltre che gastronomico… e va protetto, preservato.
Per i nostri lettori, abbiamo raccolto alcune testimonianze, anche al di fuori
dell’Italia.


Vincenzo Mansi, titolare della nota pizzeria La pizza di  Vincenzo Mansi di Salerno: “Penso che le misure
intraprese dal Governo siano in parte corrette ed in parte da rivedere. Basterebbe un po’ più di buon senso, da
parte di tutti, per evitarle. Ai colleghi, il mio consiglio è quello ovviamente di non
scoraggiarsi e dato che si avvicina il periodo natalizio, quale occasione migliore per dimostrare a tutti,
nonostante le difficoltà, che possiamo viverlo con serenità e con la voglia di superare questo momento tutti
insieme?”

Anna Carla Zucchini, titolare da più di 20 anni del
rinomato ristorante e pizzeria, Luna Rossa a Madrid,
unica sede dal 1994. “Rappresento l’azienda che pur
essendo ben consolidata, ovviamente ha subito alcune difficoltà quest’anno a causa della pandemia. Attualmente le restrizioni da parte del governo centrale e regionale sono: Coprifuoco dopo le 00:00 sino alle 6:00, quindi a partire dalle 23:00 non è possibile accettare nessun cliente nei bar, ristoranti, locali
musicali, etc… Diminuzione del 50% della capacità dei bar e ristoranti, invece in terrazzo è permesso il 75%.
Per fortuna, a differenza di altre regioni spagnole, la “Comunidad de Madrid” ha adottato misure meno restrittive, scegliendo di non chiudere tutte le attività. Dal 14 marzo al 9 giugno, c’è stato un lungo
lock-down come in Italia, però noi ce la siamo cavata con il servizio a domicilio, dal 9 aprile fino al 9 giugno, ma a livello di incassi il 2020 è stato un fracasso totale. Una cosa è certa, se hai lavorato bene prima, ed hai una certa esperienza e stabilità economica, questa situazione ha un effetto differente. Se invece, sei alle prime armi o
non ti sai reinventare, i rischi di perdere tutto aumentano. Sono molto dispiaciuta e commossa perché alcuni colleghi, ahimè, si sono tolti la vita, davanti a questa grande difficoltà, non riuscendo a vedere la luce in fondo al
tunnel. Il mio consiglio è di stringere i denti e la cinghia, resistere finchè si può,
senza perdere mai la speranza! Penso che i governi dovrebbero rafforzare gli aiuti economici, poiché difficilmente
recupereremo gli incassi perduti e siamo comunque obbligati a pagare tributi e tasse
oltre che mutui ed affitti. “

Antonio Paradiso, della famosa Trattoria Pizzeria di Antonio ad Acapulco, in
Messico.
“Le restrizioni hanno comportato la chiusura dei locali per due settimane.
Successivamente è stato consentito solo l’asporto, ma unicamente nei fine
settimana, rispettando, ovviamente, tutti i protocolli sanitari anti Covid. Le vendite
sono calate tantissimo. Attualmente possiamo servire ai tavoli, ma massimo 4
persone per tavolo rispettando una certa distanza tra i tavoli stessi. Da mezzanotte
fino alle 6 c’è il coprifuoco. Le sanzioni sono molto alte e comportano anche la chiusura dei locali. La mia compagna, medico internista, ha lavorato instancabilmente in ospedale tutti i giorni, in prima linea, per combattere contro il virus. Ma dopo un mese è rimasta contagiata e chiaramente anche io.
Fortunatamente l’abbiamo superata entrambi. Personalmente ho avuto dolori al petto, affanno e calo della capacità gustativa. A quanto mi risulta, la maggior parte delle vittime era affetta da altre
patologie o, in ogni caso, con un sistema immunitario più debole. Pare che il clima caldo
abbia contenuto almeno in parte la mortalità del virus.
Il governo ha aiutato la gente ed ho potuto vedere file di persone, presso le banche, in attesa di ricevere il contributo in contanti. Come imprenditore, ho beneficiato, in maniera rapida, di piccoli incentivi, ma che sono
stati preziosi per sostenere i pagamenti per le utenze, tasse, etc. Bisogna tenere duro e sicuramente riusciremo a superare questo momento di difficoltà”

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio