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CIAO PROFESSORE BELLAVISTA

È morto Luciano De Crescenzo, addio all'ingegnere filosofo

Luciano De Crescenzo avrebbe compiuto 91 anni il 18 agosto. Era originario di Napoli ed era soprannominato “l’ingegnere filosofo” perché aveva compiuto studi scientifici, si era infatti laureato in ingegneria elettronica ed era poi diventato un dirigente dell’Ibm, ma fu nella filosofia e nella letteratura che dispiegò tutta la sua genialità diventando uno degli scrittori italiani più famosi al mondo. Scrittore prolifico lascia al mondo 50 libri tradotti in 19 lingue e diffusi in 25 Stati. Esordì come regista con un film tratto dal suo primo libro, Così parlò Bellavista, nel 1977.

De Crescenzo era nato a Napoli, nel quartiere di Santa Lucia, il 28 agosto del 1928. Suo padre aveva un negozio di guanti a Napoli in via dei Mille. In uno dei suoi libri racconta  di un colloquio immaginario in paradiso: il padre chiede subito notizie sull’andamento del mercato dei guanti. Naturalmente non riesce a credere che adesso i guanti non li porta più nessuno.

Il piccolo Luciano frequentò le elementari assieme a Carlo Pedersoli, suo vicino di casa, alias Bud Spencer.Era stato allievo del matematico Renato Caccioppoli laureandosi in ingegneria elettronica; ha lavorato in ufficio facendo carriera fino a diventare dirigente alla Ibm. Un lavoro sicuro che lascia a metà degli anni Settanta per dedicarsi alla scrittura.Sposatosi nel 1961 e poi separato, ebbe una figlia, Paola, che è rimasta fino all’ultimo istante al suo fianco.

Mentre la passione per il cinema e la frequentazione della tv lo portarono anche dietro alla macchina da presa. Lo stesso “Così parlò Bellavista” diventò film, nel 1984. Ma prima, con la complicità dell’amico Roberto Benigni e poi con la guida di Renzo Arbore, mise a fuoco le sue doti di attore e improvvisatore ne “Il Pap’Occhio” (1980), per poi ritrovare gli stessi amici tre anni dopo in “FF.SS” sempre con la regia di Arbore. Nel 1985 arrivò anche “Il mistero di Bellavista”. La sua vera passione rimase però quella del divulgatore culturale, conuna lunga serie di best seller tra la narrativa, la barzelletta e la saggistica, attingendo sempre più spesso agli umori della cultura partenopea e al mito della Magna Grecia. Le sue passioni più sofisticate si coniugano nel surreale “32 dicembre” del 1988: un trattatello a episodi sulla relatività del tempo ispirato a un’altra delle sue prove letterarie: “I dialoghi di Bellavista”.

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