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Sanità, addio al Superticket in tutta Italia dal 1° settembre

Per il ticket, ovvero la compartecipazione alla spesa sanitaria che eʼ a carico degli assistiti, si spendono ogni anno quasi 3 miliardi di euro

(Roma)- Dall’inizio di settembre si tornerà al ticket ordinario, uguale su tutto il territorio nazionale che varia a seconda della prestazione, arrivando a un massimo di 40 euro. Verrà quindi abolita la quota aggiuntiva di 10 euro sul ticket per esami clinici e visite mediche specialistiche.

Ticket sanitario, cosa cambia? – Con questa novita’, si cancella, aveva detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, una “misura iniqua” che ha pesato soprattutto su chi ha meno possibilita’ di curarsi a causa del basso reddito, ovvero secondo stime circa 4 milioni di persone. L’abolizione rappresenta quindi “una vittoria per lo Stato, perché permette a tutti di poter accedere alle cure, nel pieno rispetto del mandato dell’articolo 32 della Costituzione, che dice che la Repubblica tutela la salute, come fondamentale diritto dell’individuo e come interesse della collettività”.
Molte regioni lo avevano già abolito – La prima a farlo era stata l’Emilia Romagna, nel luglio 2018, per redditi fino ai 100.000 euro lordi. Seguita dalla Toscana, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sardegna. L’ultima in ordine di tempo, la Lombardia, che aveva deciso di abolirlo a partire dal 1°marz0 2020. La nuova misura uniformera’ i vari provvedimenti regionali ed e’ valida per tutti i cittadini, a prescindere dal reddito.

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Come funziona il superticket sanitario – Introdotto come ‘tassa provvisoria’ nel 2011, durante il periodo della Spending review, il Superticket è un’aggiunta al ticket già pagato: 10 euro in più su ogni ricetta per le prestazioni ambulatoriali. Ogni Regione poi ha avuto la facoltà di applicarlo in modo differente. Alcune, come la Liguria, hanno applicato direttamente i 10 euro sulla ricetta. Questo ha comportato che prestazioni a costo contenuto, come gli esami di laboratorio di base o le radiografie, abbiano avuto improvvisamente aumenti del 30-40%, rendendo così il privato molto competitivo. L’abolizione in vigore dal 1° settembre 2020 – Diventata legge il 23 dicembre con l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2020. Vale circa 165 milioni di euro nel 2020 e di 490 per gli anni successivi, tutte risorse extra Fondo Sanitario Nazionale.

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