Borsa Milano debole con Europa e banche
Prosegue lo scivolone delle Borse europee: Francoforte la peggiore, forte il petrolio ma soprattutto l'oro
Prosegue lo scivolone delle Borse europee sulle tensioni Usa-Iran: Francoforte cede due punti percentuali, Milano l’1,6% con l’indice Ftse Mib, Parigi l’1,3% e anche Londra perde circa un punto percentuale (Ftse 100 -1,05%). Le Borse europee sono in netto calo dopo lo scambio di minacce tra Washington e Teheran, in seguito al blitz Usa che ha portato all’uccisione del generale iraniano Soleimani, e gli indicatori sul rallentamento dell’attività dei servizi in Cina nel mese di dicembre. Il FTSE MIB di Piazza Affari perde l’1,5% circa. Calo superiore a un punto percentuale per tutti i principali listini.
La Borsa giapponese ha chiuso questa mattina in forte calo alla ripresa dell’attività sui mercati: l’indice Nikkei ha segnato una flessione dell’1,91%, mentre le Borse cinesi sono sostanzialmente piatte. Giù di un punto percentuale Hong Kong. Per il listino giapponese, che era rimasto chiuso per gran parte della scorsa settimana per le festività di Capodanno, si tratta della peggiore performance degli ultimi cinque mesi.
Occhi puntati in particolare sul prezzo del greggio, che nelle ore successive all’attacco è balzato verso l’alto, chiudendo la seduta del 3 gennaio sopra i 63 dollari al barile, con un rincaro di oltre il 3%, dopo avere superato nel corso della giornata anche i 64 dollari, il massimo da un anno a questa parte: in apertura di settimana il petrolio europeo, il Brent, ha superato i 70 dollari al barile per poi rallentare.
In parallelo alla volatilità dei mercati, l’attenzione è alla corsa ai beni rifugio, a partire dall’oro, in deciso rialzo nell’ultima seduta (+1,79% a 1.548,61 dollari l’oncia, dopo avere toccato 1.550,49 dollari). E anche oggi la tendenza pare consolidarsi: l’oro scambia a 1.574 dollari e si avvicina ai prezzi massimi da 7 anni a questa parte, con il salire della tensione tra Usa e Ira e, per estensione all’area del Medio Oriente. Intanto il palladio ha raggiunto il record di 2000 dollari per oncia (2020,18), livello mai toccato prima.
Gli operatori hanno guardato poco agli indici Pmi europei, che hanno sostanzialmente confermato le stime della vigilia, e più agli sviluppi internazionali con il petrolio in aumento di oltre l’1% sia a New York sia nelle quotazioni del Brent europeo, che ondeggia attorno ai 70 dollari. Sempre molto acquistato l’oro (+1,8% a 1.577 dollari l’oncia), sostanziale calma sui mercati valutari e dei titoli di Stato. Tra i titoli principali di Piazza Affari, Stm perde il 4,4%, Unicredit il 3,8%, Azimut, Prysmian, Nexi, Pirelli e Banco Bpm tutti oltre i tre punti percentuali. In linea con il listino generale Atlantia (-1,5%), tiene sulla parità Tenaris con il greggio, ma soprattutto corre Eni, in aumento dell’1,7%.