Politica

Draghi lunedì ricomincia le consultazioni con i partiti

Crimi: "Disponibili a sostenere un governo politico che abbia una maggioranza solida". Salvini: "Con il premier incaricato unʼidea comune di Italia". Lunedì e martedì secondo giro di consultazioni

(Roma)- Nell’ultimo giorno delle consultazioni, Matteo Salvini supera le incertezze e apre a Mario Draghi: “Siamo a disposizione, non poniamo veti”, ha detto il leader leghista al termine del colloquio con il premier incaricato. E anche il M5S ha dichiarato il proprio sostegno, dopo oltre un’ora di colloquio con l’ex numero uno della Bce e un pre-vertice durante il quale Beppe Grillo ha motivato i big con un monologo-show di 45 minuti il cui significato finale ha poi affidato a una massima di Platone: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”.

Come detto i Cinquestelle hanno dichiarato il loro appoggio al governo Draghi: “Noi ci saremo con lealtà”, ha detto il capo politico Vito Crimi nelle dichiarazioni post-incontro alle quali non ha partecipato Beppe Grillo, che pure ha guidato la delegazione 5S. La richiesta dei cinquestelle è di partire dalla maggioranza precedente: “Abbiamo chiesto di non indebolire il reddito di cittadinanza per un nuovo esecutivo solidale, ambientalista ed europeista” ha detto Crimi. Che inoltre ha riaccreditato ai cinquestelle il ruolo di “sentinelle” sul corretto utilizzo dei fondi del Recovery fund: “Con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l’attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, traparenza e nell’interesse dei cittadini”.Alla guida dei contrari Alessandro Di Battista che anche questa mattina ha ribadito il suo no in un post su Facebook: “Accozzaglia pericolosa, non mi inchino al tredicesimo apostolo”.

Governo Draghi: quali partiti lo sosterrebbero?

Si tratterebbe di un governo con un programma marcatamente europeista (impossibile che sia altrimenti, visto il profilo del premier incaricato), che arruoli anche ministri politici. Almeno uno per ogni forza, si dice. Ma c’è tempo per i nomi. Draghi avrebbe tutta l’intenzione di prendersi almeno 3-4 giorni di tempo per sondare le parti sociali, terminare il secondo giro di consultazioni, e solo dopo stilare la lista di ministri e presentarsi alle Camere. La mattina di lunedì Draghi dovrebbe incontrare le rappresentanze delle parti sociali. Verso metà settimana il quadro potrebbe chiarirsi.

Il secondo giro di consultazioni del premier incaricato Mario Draghi inizierà lunedì prossimo alle 15, con l’incontro con il Gruppo Misto della Camera – minoranze linguistiche. Il termine delle consultazioni sarà con il M5S, che si siederà al tavolo martedì 9 alle 17.15. I partiti più grandi saranno al tavolo del secondo giro di consultazioni per la formazione del governo a partire da martedì 9 febbraio. Alle 11 Mario Draghi incontrerà il Gruppo Europeisti – Maie  Centro Democratico del Senato; alle 11,45 vedrà Liberi e Uguali e la componente di Liberi e Uguali del Senato; alle 12,30 sarà la volta di Italia Viva Gruppo alla Camera) e Italia Viva-PSI del Senato; alle 13,15 toccherà ai Gruppi Fratelli d’Italia della Camera e del Senato; alle 15 sarà la volta dei Gruppi del Partito Democratico della Camera e del Senato; alle 15,45 Draghi incontrerà i Gruppi di Forza Italia – Berlusconi Presidente della Camera e Forza Italia-Berlusconi Presidente-Udc del Senato; alle 16,30 i Gruppi Lega-Salvini Premier della Camera e Lega-Salvini Premier – Partito Sardo d’Azione del Senato; alle 17,15 i Gruppi Movimento 5 Stelle della Camera e del Senato.

 

La Lega c’è. Matteo Salvini dice: “Siamo a disposizione, non poniamo veti”. Il Pd è palesemente in difficoltà, ma ha smentito con forza in queste ore l’ipotesi di un appoggio esterno al governo, secondo cui i dem sarebbero stati disponibili a non indicare alcun nome per alcun ministero, votare la fiducia al governo Draghi e appoggiare poi l’esecutivo provvedimento per provvedimento. LeU in ogni caso è ancora più titubante a stare in un governo con Salvini dentro. Il no per ora è secco. Non si sfila il Movimento 5 stelle, che ha dichiarato attraverso il reggente Vito Crimi: “Noi ci saremo con lealtà, abbiamo chiesto di non indebolire il reddito di cittadinanza per un nuovo esecutivo solidale, ambientalista ed europeista”. Al premier Mario Draghi “abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza e abbiamo trovato una persona sensibile a questo tema” ha aggiunto Crimi. Italia Viva,  pur con il rischio irrilevanza all’orizzonte , sosterrà il governo. Ma ha ampiamente e diffusamente argomentato come il reddito di cittadinanza sia una delle prime misure da correggere. Annunciato telefonicamente a Draghi direttamente da Silvio Berlusconi il sì di Forza Italia. Insomma, confusione.

Terminato il primo giro di consultazioni la parola passa a Draghi che dovrà  trovare la sintesi . Il presidente incaricato, contrariamente a quanto si pensava inizialmente, riprenderà già lunedì, alle 15, le consultazioni con i partiti per un secondo giro. Previsti anche incontri con le parti sociali.  Martedì sera, o mercoledì mattina potrebbe salire al Quirinale per sciogliere la riserva. Al momento – a quanto si apprende dal suo entourage – Draghi non si è ancora messo al lavoro sui possibili ministri del nuovo governo, né sui membri del suo staff.

Quali saranno adesso le mosse degli altri partiti? Il Pd spinge perchè si eviti l’allargamento alla Lega, ma nel caso ciò accadesse valuterebbe anche varie ipotesi, come l’indicazione di ministri tecnici, di area (e non di politici) o l’appoggio esterno al governo, votando la fiducia al nuovo esecutivo e appoggiando i singoli provvedimenti. Questa strada è stata però smentita dal partito con una nota ufficiale: “Infondate le notizie su orientamenti assunti su eventuale appoggio esterno al governo. La posizione del Pd è stata votata dalla direzione nazionale all’unanimità e illustrata ieri al Professor Draghi”.

Governo Draghi: tutto è ancora possibile

Per ora tutto è possibile. Vale tutto. Anche credere che il  quesito sulla piattaforma Rousseau  ipotizzato oggi da alcuni quotidiani ci sarà davvero: “Sei d’accordo che il Movimento faccia parte di un governo presieduto da Mario Draghi?”. “Ci aspettiamo da Draghi una sintesi e, al secondo giro di consultazioni, di cercare di capire se sono superate alcune criticità che fino a martedì ci sono state, con l’impossibilità di ricucire con una piccola parte della maggioranza precedente” commenta ancora Crimi, con chiaro riferimento a Liberi e Uguali.  La strada a Draghi insomma è aperta, la presenza di Grillo è una garanzia anche per gli irriducibili del Movimento, si cominciano a smussare alcune posizioni come quella di Nicola Morra. Danilo Toninelli, altro iper critico verso l’ex numero uno della Bce, scrive: “Ma va bene, ci sto! Andiamo a vedere cosa ci propone il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. Ma andiamo con la valigia piena di proposte imprescindibili per noi. E con la richiesta che ci vengano garantiti i modi e i tempi di attuazione. E, poi, qualunque cosa accada, decidiamo tutti assieme. Con il voto degli iscritti”.

Draghi chiede ai partiti di attendere e poi di ascoltare la sua sintesi. E solo dopo di valutare il da farsi. “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”: Beppe Grillo accompagna con questa citazione di Platone la foto delle consultazioni pubblicata sulla sua pagina Facebook. Siamo davvero nel campo delle ipotesi e della fantapolitica però: il rischio di passare da un governo “di tutti” a un governo “di pochi” c’è sempre, e Draghi non ha alcuna intenzione di prendere decisioni avventate che lo indebolirebbero già in partenza. Draghi stesso è però il primo a sapere che una maggioranza ampia non può prescindere dalla presenza di un’opposizione vera per il corretto funzionamento di un sistema democratico: proprio per questo Giorgia Meloni va avanti nella sua linea ‘utilitaristica’, che continua a premiare Fratelli d’Italia nei sondaggi: ”Io penso che Fdi stia facendo qualcosa di utile per l’Italia, perchè in un sistema democratico deve esserci un’opposizione”, dice sabato sera al Tg5 delle 20, per poi precisare: “Il gradimento di Draghi è molto alto in questo momento, è stimato intorno al 60-70%. E il rimanente 30-40% degli italiani, che facciamo? Li consideriamo degli extraparlamentari o hanno diritto a una rappresentanza parlamentare?”.Tra responsabilità e convenienza, tutti gli altri partiti sono in una situazione più sfaccettata e complessa.

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