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Le briciole non sono la parte nobile del cibo.

Altro racconto della galleria #Ioscattotuscrivi dedicato in questo mese alla parola Briciole

Le briciole non sono la parte nobile del cibo. Sono il pane che è caduto, rinnegato dal resto del pasto. Spesso buttate, date da mangiare agli uccelli, non incidono sull’esistenza di nessuno. Le briciole scompaiono. Nella vita c’è chi con quelle briciole ha fatto finta di nutrirsi annullandosi pian piano. Tanto tempo fa ho avuto un disturbo alimentare. In sostanza mangiavo fino a non poterne più e poi vomitavo tutto. Questo per giorni, mesi, anni. Sembrava funzionare. La formula magica: mangiare senza ingrassare e buttando tutto fuori. Mi facevano i complimenti perché ero magro e io ero bravissimo a nascondermi quando il cibo doveva uscire da me. Non lasciavo nulla dentro la pancia, neanche una briciola.

Qualcuno però sospettava, ad esempio quando ho cominciato a portare pantaloni di troppe taglie più piccoli rispetto al normale. O quando alla visita agonistica di calcio, mi dissero che ero sotto peso e si vedevano le costole. Ma nulla serviva a distogliermi dalla mia personale formula magica della magrezza, il mio mangia-vomita. Quasi nulla a dire la verità. la formula che fece finire il mio incantesimo malefico fu “stai per diventare papà”. I figli si meritano un padre decente che stia in piedi mentre loro gattonano. Un figlio non puoi aiutarlo mentre sei in bagno a vomitare. Ho deciso di fare un percorso che mi portasse fuori da lì. E quando l’ostetrica mi disse “tenga la testa al bambino che è ancora fragile”, io fragile e così magro da vedersi le costole non lo ero più. La mia vita salvata da un’altra vita. A Lui un giorno racconterò tutto, magari dopo un buon pranzo con la tavola ancora apparecchiata. E con la tovaglia piena di briciole.

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