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Altro racconto della galleria #Ioscattotuscrivi dedicato in questo mese alla parola Briciole

E così ci hanno abituato alle briciole. Piccoli pezzi di vita sparsi qua e là da raccogliere furtivamente.
Ma non ho poi capito da quale tavola cadono, le briciole.
Forse c’è qualcuno che le distribuisce a caso, a seconda dell’umore?
Tenga signora, due briciole di felicità, se le faccia bastare anche se per le sue amiche lei è quella con il sedere troppo grosso e la vita piena di guai.
Tieni ragazza, due briciole di autostima, anche se ti invitano alle feste solo perchè sei la secchiona che si tiene buona per i compiti di latino.
Tenga signore, lascio cadere ben tre briciole di ascolto, se le tenga strette che forse se le può giocare mentre sua moglie le racconta quante volte al giorno fa la lavatrice la vicina, così saprà che a lei, della vicina, non gliene importa proprio niente e vorrebbe solo portarla a passeggio sul lungomare come quando eravate giovani.
Briciole.
Non so quando ho capito che la vita per tanti è così, ma mi ricordo bene quando ho pensato che nessuno se la merita.
Tutti possono fare il pane, anche se a volte esce bruciacchiato o ha una forma strana.
La fame di vita si sazia quando si comincia a impastare e si smettono di aspettare le briciole.

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