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È morto Giuseppe Gazzoni Frascara

Si è spento questa mattina all'età di 84 anni. Era stato proprietario del club dal 1993, quando lo salvò dal fallimento, al 2005, portando in rossoblù Baggio e Signori

Bologna, 24 aprile 2020 – Ha combattuto fino all’ultimo, con coraggio e dignità, contro una forma di leucemia che, raccontava in una delle sue ultime interviste, “è qualcosa di diverso dalla leucemia che ha colpito Mihajlovic: un po’ meno aggressiva”. Ma questa mattina alle 7, il cuore di Giuseppe Gazzoni Frascara, presidente onorario del Bologna e al timone del club rossoblù dal 1993 al 2005, si è fermato per sempre. Aveva compiuto 84 anni lo scorso 15 ottobre.

Erede di una dinasty di imprenditori che aveva avuto nel capostipite Arturo l’inventore dell’Idrolitina e della ‘Pasticca del Re Sole’, Gazzoni ha gestito a lungo l’azienda di famiglia, salvo poi passare la mano alla metà degli anni ’90 con la cessione agli svizzeri della Sandoz.Dall’industria alla politica il passo era stato breve. E infatti nel 1995 Gazzoni partecipò anche alla corsa da sindaco alla guida di una lista civica, ma non ottenne il favore degli elettori. Lo sport, invece, è stato la sua terra d’elezione nonché la fonte, negli ultimi anni della sua vita, di profonde delusioni. Dopo che l’azienda fi famiglia aveva sponsorizzato sia la Virtus che il Bologna, Gazzoni nel 1993 rileva il club rossoblù dal fallimento e in due stagioni porta il Bologna dalla C alla A.

E’ l’inizio di una felice epopea, legata alle fortune di campioni come Roberto Baggio e Beppe Signori, letteralmente rigenerati sotto le Due Torri. Il colpo di genio è proprio la scelta di portare l’ex Codino alla corte del tecnico Renzo Ulivieri nell’estate 1997: convivenza turbolenta, ma massima resa. Il fiore all’occhiello della gestione Gazzoni è però la semifinale di Coppa Uefa con l’Olympique Marsiglia nella stagione 1998-99, con protagionista Signori, e un’eliminazione che a distanza di più di vent’anni ancora brucia.

Poi arrivano gli anni del lento declino, col boccone amaro della retrocessione in B datata giugno 2005, resa inaccettabile dai giochi sporchi di chi aveva tramato alle spalle del Bologna per salvare gli ‘amici’ del Palazzo. E’ la travagliata pagina di Calciopoli, che per quindici anni ha visto Gazzoni combattere in prima linea, fino all’ultimo, a caccia di un risarcimento milionario dai giudici per quella che, a giusta ragione, definiva “una colossale ingiustizia”.Nel 2014, con l’avvento della nuova proprietà americana, era diventato, per scelta di Joey Saputo, presidente onorario del club. Allo stadio non andava quasi più, ma si conservava in discreta forma, compatibilmente coi cicli di terapia che sosteneva contro la malattia.

Città in lutto, perché con Giuseppe Gazzoni se ne va uno dei suoi figli adottivi (era nato a Torino) più amati e illuminati. Un uomo raffinato e colto, diretto e lucido nelle sue analisi, a volte disilluso, ma sempre pronto a spendersi per una città che amava. Dalla sua casa in via Santo Stefano, all’ombra del cuore pulsante delle Due Torri, dove si è spento questa mattina.
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Il club rossoblù lo piange in una nota sul proprio sito ufficiale: “Tutto il Bologna Fc 1909 partecipa al dolore della famiglia ricordando commosso il Presidente Gazzoni, entrato a pieno titolo nella storia ultracentenaria del nostro Club, che ha contribuito in modo determinante con il suo operato a far tornare importante nello scenario nazionale”.

“Giuseppe Gazzoni Frascara è stato un presidente che lascerà il segno nella lunga storia del Bologna – scrive in un comunicato il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini -. Perché raccolse una società fallita, e dalla serie C la portò in A. Perché portò al Bologna grandi campioni come Baggio a Signori, che valsero una semifinale di Coppa Uefa. Perché era un uomo autenticamente innamorato della propria città e della squadra della propria città, che sostenne con grande forza. Uomo che seppe coniugare impresa e passione. Alla famiglia, al Bfc 1909 e alla città di Bologna la mia vicinanza e il sincero cordoglio, a nome anche dell’intera comunità regionale”.

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