Spettacolo

“Oggi è un giorno speciale”

Riccardo Ometto racconta la sua musica

Riccardo Ometto è un cantautore padovano, che scrive per passione, dapprima racconti e poesie.  Le parole, ancor prima della musica, diventano la sua migliore compagnia.  Le note arrivano solo in seguito, grazie a un pianoforte, con la voglia di vestire i suoi scritti di melodia. Riccardo inizialmente scrive esclusivamente per sé e il piacere, l’esigenza di farlo. Poi entra a far parte di gruppo degli At fields, diventati poi Monrau, per il quali scrive e canta. Dopo una breve pausa, sceglie di scrivere solo per sè stesso e oggi ci regala canzoni che hanno ancora l’anima di quelle poesie. Un artista fuori dal tempo, che ci porta nel suo mondo con la delicatezza di un narratore.

Come nasce questa tua passione?

Questa passione parte talmente da lontano, che non riesco neppure a ricordare il momento esatto in cui ha avuto inizio. Ho sempre avuto l’istinto di scrivere, di dipingere con le parole le emozioni, i miei giorni. A un certo punto ho provato a suonare la chitarra, ma non riusciva ad appassionarmi. Solo in seguito, il pianoforte ha saputo catturare la mia attenzione e a trasformare le mie poesie in canzoni. Oggi non potrei farne a meno.

 

La scrittura è parte di te, ma come hai scoperto il canto?

Mi divertivo a imitare i cantanti, ma era solo un gioco. Scrivevo, ma non sapevo suonare perciò il mio percorso è stato davvero strano. È come se il destino avesse scritto per me una “sceneggiatura” che, poco a poco, è diventata vita vera. Da una parte una predisposizione al canto, alla quale davo poca importanza, dall’altra i racconti e le poesie.

Fai il tuo esordio con il gruppo degli At fields, diventati poi Monreau. Cosa ti ha fatto scegliere il cantautorato?

Gli At fields, poi diventati Monreau sono amici di sempre e per sempre. Con loro e forse, grazie a loro, ho cominciato a cantare. Scrivevo anche le nostre canzoni, ma a un certo punto mi sono reso conto che la nostra musica, del tipo indie rock, che per allora era davvero avanti, non mi apparteneva. Ho lasciato il gruppo, ma gli amici sono rimasti tali, ancora oggi sono i primi a sentire le nuove canzoni. Avevo bisogno di tornare a raccontare con le parole e la musica eppure per un certo periodo ho pensato di mollare.

È vero che l’incontro con il tuo attuale produttore è stato fondamentale per la tua carriera?

Assolutamente, dopo aver lasciato il gruppo, ho continuato a scrivere ma avevo deciso di prendermi una pausa, stando fuori dai giochi per un po’. Un’amica, mi volle presentare il produttore Nicola Albano, faticando a convincermi perché temevo che facendo ascoltare le mie canzoni, potessero essere stravolte come in passato. Sono andato in studio da lui e gli ho fatto sentire qualcosa solo col pianoforte. Di Nicola mi è piaciuto subito l’approccio, morbido, rispettoso. Ha saputo convincermi proprio per la sua competenza e il modo di ascoltare quello che avevo da dire. Poco alla volta, è entrato nel mio mondo e ora la nostra collaborazione mi fa stare bene. Ascolto le mie canzoni con la sua produzione e le riconosco come tali.

“Oggi è un giorno speciale”?

Il mio ultimo singolo “Oggi è un giorno speciale” è una canzone alla quale sono molto legato. Quante volte permettiamo ai nostri problemi di rovinarci la giornata? Piccole cose, apparentemente insignificanti ci rubano la felicità. Basterebbe, talvolta, un piccolo gesto che sia un sorriso, un abbraccio a cambiare le sorti di una giornata storta. Dipende da noi fare in modo che oggi sia un giorno speciale, ne abbiamo il diritto e anche il dovere.  

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